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Veneto: Lega e Fi verso intesa su Zaia, Tosi al bivio

03 marzo 2015 | 16.17
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Salvini e Maroni non escludono alleanza con Forza Italia: ''La porta è ancora aperta''. E Matteoli assicura: ''Noi azzurri sosterremo il governatore uscente anche con Tosi in campo''. Il sindaco di Verona è sempre più isolato: forzisti scommettono che resterà nel Carroccio con mediazione Dozzo, ma in via Bellerio si pensa già al 'piano B' in caso di rottura.

Luca Zaia, Matteo salvini e Roberto Maroni foto Ravagli/ - infophoto
Luca Zaia, Matteo salvini e Roberto Maroni foto Ravagli/ - infophoto

In attesa che Flavio Tosi sciolga la riserva, Forza Italia e Lega sono ad un passo dall'accordo sulla candidatura di Luca Zaia in Veneto. Il giorno dopo il 'Federale', Matteo Salvini e il partito di Silvio Berlusconi si mandano segnali di pace, anche se al momento, non vi sono ancora incontri in agenda tra di due. Il segretario federale e Roberto Maroni oggi sono stati netti nel sostenere che la porta al Cav ''è ancora aperta'' e Forza Italia, per bocca del presidente del tavolo nazionale azzurro sulle regionali, Altero Matteoli, ha assicurato che gli azzurri ''sosterranno Zaia anche con Tosi in campo''.

Messo alle strette, Tosi è sempre di più isolato. Ufficialmente Fi non vuole interferire nelle beghe interne alla Lega, ma in molti tra gli azzurri scommettono che alla fine il sindaco di Verona, nonostante le sirene alfaniane continuino a tentarlo per una lista con Ncd e Corrado Passera, non lascerà la 'casa madre' e troverà un compromesso con Salvini, grazie alla mediazione di Giampaolo Dozzo in questi sette giorni di tempo avuti per scegliere se restare nel Carroccio o andare avanti con la sua 'Fondazione'.

In ogni caso, dalle parti di via Bellerio, già si ragiona sull'ipotesi che Tosi decida davvero di candidarsi contro Zaia, magari con il sostegno di Ncd.Salvini e i suoi stanno valutando il rischio di una scissione con la Liga veneta, di cui Tosi e' rimasto segretario. Bisogna capire, infatti, quanti parlamentari della Liga andrebbero con il sindaco ribelle, visto che la Lega potrebbe anche non avere più i dieci deputati necessari per fare gruppo alla Camera. Una scissione della Liga, fanno notare, sancirebbe la fine della Lega Nord degli esordi, quella bossiana del 1991 che nacque dall'unificazione dei movimenti autonomisti padani.

Ma in via Bellerio in questo momento tutti i pensieri sono concentrati sulle decisioni che prendera' il segretario della Liga veneta. Tosi si e' preso tempo fino a giovedi' - giorno della convocazione del consiglio nazionale della Liga - per sciogliere la riserva. Ma le prime dichiarazioni, non fanno sperare : il sindaco di Verona ha definito "inaccettabile" la decisione del consiglio federale leghista di nominare un commissario per le elezioni regionali nella persona di Gianpaolo Dozzo (che dovra' svolgere la funzione di mediatore tra lui e Zaia nella delicata questione della compilazione delle liste).

Tosi e' davanti a un bivio: o accetta tutte le condizioni poste da Salvini, che pero' considera lesive della sua dignita', o 'strappa' impugnando in sede di parlamentino veneto la decisione del federale. Anche Maroni, da sempre suo sostenitore, e' stato netto con lui: "Capisco che e' una decisione accettabile o no, ma ieri la Lega ha deciso e oggi quella decisione va rispettata, se uno non la rispetta si mette fuori dal movimento". E mentre Salvini rassicura sostenendo che ci sara' "grande spazio per Tosi in una Lega che cresce", nel partito prevalgono coloro che scommettono su un'uscita del sindaco di Verona, anche tra chi a lui e' piu' vicino.

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