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Corruzione, Grasso: "Evitare annacquamento norme per renderle inefficaci"

21 marzo 2015 | 13.48
LETTURA: 3 minuti

Il presidente del Senato fiducioso sull'approvazione della legge: ho piantato una bandierina, cerchiamo di andare avanti. Bersani cambiamo le norme ma non illudiamoci che arrivi lo sceriffo

Il presidente del Senato Pietro Grasso - Foto Infophoto - INFOPHOTO
Il presidente del Senato Pietro Grasso - Foto Infophoto - INFOPHOTO

Il cammino della legge contro la corruzione procede a rilento ma il presidente del Senato Pietro Grasso non perde la fiducia e confida nel fatto che il ddl, atteso da anni, possa presto diventare legge dello Stato. Giovedì scorso, con l'intervento del relatore Nico D'Ascola (Pd), il provvedimento è stato incardinato ma si è fermato nuovamente, dato che l'aula di palazzo Madama, la prossima settimana, sarà impegnata con l'esame del decreto banche.

"Al Senato - ha ricordato Grasso, oggi a Bologna per la Marcia contro le mafie organizzata da Libera - ho fatto di tutto e penso di aver raggiunto un primo passo importante che è il tema della corruzione, del falso in bilancio, dell'evasione fiscale. Da due anni non riuscivano a trovare spazio. Ho piantato una bandierina, cercheremo di andare avanti e di far sì che queste norme non vengano annacquate per renderle assolutamente non efficaci".

Approvare leggi incisive, ha aggiunto il presidente del Senato, "non è compito mio. Come presidente io posso solo dirigere i lavori". A chi gli domandava una replica all'appello di don Ciotti affinché le leggi anticorruzione e antimafia siano radicali, non monche o di compromesso, Grasso ha risposto che su questo "ci deve essere la volontà politica di tutti i parlamentari. Io rispondo del ddl che ho presentato a inizio della legislatura quello è il mio modo di vedere come affrontare questi problemi. Una valutazione complessiva si potrà fare solo alla fine dell'iter parlamentare, quando la legge sarà definitivamente approvata".

L'urgenza della legge è testimoniata dalle "ultime inchieste che hanno dato riscontro a cose che diciamo da anni, non da ora". L'attualità riporta all'inchiesta della procura di Firenze e dei Ros sugli appalti nelle grandi opere. "Anche quando ero magistrato, poi procuratore nazionale antimafia ho sempre valutato il pericolo di questo risvolto negativo, con la criminalità organizzata che utilizza la corruzione e non più tanto l'intimidazione, soprattutto in contesti diversi, per infiltrarsi e avere relazioni con la pubblica amministrazione, con l'economia e anche con la politica".

Più politico è stato il giudizio espresso dall'ex segretario, Pierluigi Bersani, impegnato oggi a Roma in un convegno della minoranza Pd. "Bisogna cambiare le leggi, senza illudersi che possa arrivare lo sceriffo per risolvere tutto. Mi spiace per chi pensa che guardando le ipotesi di reato si può correggere il sistema che però è blindato da norme fatte per garantirlo. Se non si afferma questo si chiacchiera, si bloccano la politica e gli investimenti. Bisogna cambiare le leggi", ha concluso Bersani.

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