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Italicum, nuovo round in direzione Pd su ring legge elettorale

30 marzo 2015 | 09.14
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Il premier ha anche chiesto un voto di "ratifica su quanto fatto dal governo" e un "mandato per i prossimi mesi". E sulla legge elettorale Renzi ha sottolineato: "E' uno strumento decisivo per l'azione dell'esecutivo e per la legislatura. No a ricatti e rilanci". Critica Salvini e Landini: "Sono fenomeni da tv"

Italicum, nuovo round in direzione Pd su ring legge elettorale

Approvata all'unanimità dalla Direzione del Pd la relazione del segretario Matteo Renzi, che in apertura di lavori aveva chiesto "un voto per una ratifica di quanto fatto negli ultimi 15 mesi e per un mandato per i prossimi mesi". L'approvazione è arrivata però senza il voto delle minoranze, che non si sono espresse.

Ultima discussione sull'Italicum - "Auspico - aveva detto Renzi - sia l'ultima Direzione in cui si discute di legge elettorale, poi è opportuno che il gruppo alla Camera abbia la possibilità di riunirsi e decidere in merito se lo riterrà opportuno, noi condivideremo con il Gruppo la scelta".

La nuova legge elettorale, aveva spiegato il premier, è "uno strumento decisivo per l'azione del governo e per la legislatura". "Il governo precedente non riusciva ad andare avanti sul percorso delle riforme che dovevano caratterizzare la legislatura. Questo ha stabilito la Direzione all'unanimità, l'elemento di difficolta' erano le riforme", ha ricordato il premier/segretario.

Possibile fiducia - "Ho sentito dire che non si può mettere la fiducia sulla legge elettorale. Ne parleremo a livello parlamentare, ma ora mettiamo la fiducia tra di noi perché la legge elettorale non è solo una discussione tecnica, ma la possibilità per questo partito di essere capace di rispondere ad una questione dopo tre governi e quattro legislature", aveva continuato Renzi.

Quanto ai tempi sulla discussione, "oggi è fisiologico che votiamo, poi è opportuno che il Gruppo della Camera si riunisca dopo Pasqua per discutere, ma entro il 27 aprile dobbiamo essere in aula e a maggio dobbiamo mettere la parola fine alla discussione" sulla legge elettorale.

Critica alle minoranze del Pd - Sulla legge elettorale le minoranze del Pd avevano posto due elementi: "Quella di un ritocco alla Camera e rimandiamo la legge al Senato. Capendone le ragioni e riconoscendo la legittimità di questo ritocco, posto dalla parte maggioritaria delle minoranza, dico subito che sono contro".

"Poi c'è la parte minoritaria, quella del ricatto, lo dice D'Attorre oggi in una intervista: o fai così o c'è il voto segreto - aveva aggiunto Renzi - ma il Pd non è il partito in cui quando non sei d'accordo ti mando sotto con il voto segreto, ma quello in cui quando non sei d'accordo si discute. E' un ricatto e al ricatto non si risponde".

"Sarebbe un clamoroso errore riaprire la discussione al Senato" sulla legge elettorale, aveva spiegato Renzi. "Provare a mettere in discussione la legge elettorale è un azzardo che ci espone a molti problemi al Senato e non si spiega politicamente alla Camera - aveva detto Renzi - perché riapre un accordo di coalizione sul quale non decide il Pd, che al Senato ha bisogno della coalizione, ed è come un gioco dell'oca in cui arrivati alla fine bisogna ricominciare dall'inizio".

Basta alibi - "Il punto qualificante" delle riforme del governo, compresa la legge elettorale, "è togliere gli alibi", aveva detto quindi Renzi, che ha aggiunto: "Gli italiani hanno visto la classe politica campionessa mondiale di alibi, è il momento di fare pulizia di questo elenco di alibi e dire che chi vince vince".

Nessuna dittatura - "Il modello di riforme che proponiamo non vede la dittatura o la 'democratura', piuttosto è un modello di democrazia che decide", aveva chiarito Renzi. Mentre, aveva aggiunto, serve "vincere una battaglia culturale: decidere non è più una espressione fascista ma è condizione di democrazia, o la politica è vano esercizio intellettuale e chi fa politica è solo un ospite di trasmissioni Tv".

Salvini e Landini - "Vedo Salvini e Landini, in modo diverso, come fenomeni tv. Quando Landini va in televisione senza sapere che nella legge di stabilità abbiamo messo norme fondamentali per agevolare le assunzioni a tempo indeterminato, la politica diventa solo uno scontro mediatico che non ha più a che fare con la realtà, e ti sei trasformato in un soggetto da talk show", ha detto il premier.

Mentre la coalizione sociale di Landini "non rappresenta il futuro e neanche il passato della sinistra, è un tentativo che sarà respinto dalla realtà".

Cuperlo: "Matteo apri a correzioni" - "Il mio appello a te, Matteo, è perché tu apra alle correzioni: fidati del tuo partito e dei tuoi parlamentari e uscirai rafforzato, uscirà rafforzata anche la democrazia". Ha detto Gianni Cuperlo parlando alla direzione del Pd. "Non partecipo, come altri, al voto, prendila come una richiesta a 'cercare' ancora, ragioniamo e discutiamo ancora", ha aggiunto Cuperlo.

Proposta Civati - Le minoranze Pd oggi in direzione parlino con una sola voce. La proposta era arrivata da Pippo Civati a poche ore dalla riunione dell'organo Pd. Sul suo blog, Civati aveva fatto due proposte alle altre minoranze del Pd. La prima era l'invito a non partecipare al voto di oggi in direzione. "La trasformazione della direzione in un plebiscito e aut aut - spiega Civati - non aiuta affatto e di per sé costituisce una risposta definitiva alle richieste di confronto venute da più parti. E facciamo le proposte in aula, in coerenza con quanto accaduto in Senato: riproponiamo la questione complessiva delle riforme, come peraltro avevo chiesto si facesse anche per il voto finale in aula sulla riforma costituzionale".

E poi, aveva aggiunto Civati: "Facciamo un unico intervento che ci rappresenti (e lascio volentieri la parola): definiamo una volta per tutte il campo di chi è in minoranza, perché le ambiguità di questi mesi non hanno fatto altro che creare confusione. Una minoranza che non si preoccupi delle sigle e dei posizionamenti, ma dei contenuti e della qualità della nostra democrazia. Non interessata ai posti, ma al pluralismo e alle garanzie".

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