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Senato: Procura apre inchiesta su disordini M5S, ma Grasso stoppa pm

01 aprile 2015 | 20.04
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Nel mirino le protesta per l'ok allo Sblocca Italia, tutto parte da un esposto di Buemi e altri senatori. Di Maio: "Denunciano noi ma arrestano sempre loro". Il blog di Grillo: #denunciatecitutti

L'Aula del Senato
L'Aula del Senato

Mani sporche d'inchiostro, a simboleggiare il petrolio, un senatore sdraiato sui banchi del governo. Novembre 2014, il via libera di Palazzo Madama alla fiducia sullo 'Sblocca Italia' si accompagna alla protesta, durissima, dei 5 Stelle in Aula, contro un provvedimento ritenuto un regalo ai petrolieri sul fronte delle trivellazioni, tema assai caro ai grillini. Quei disordini, ora, rischiano di finire in un'Aula di Tribunale, a causa di un esposto presentato del senatore Enrico Buemi (Psi) e altri membri di Palazzo Madama nei confronti dei colleghi M5S. In serata arriva il post sul blog di Beppe Grillo, con tanto di hashtag coniato per l'occasione :'#denunciatecitutti.

Ma a stoppare la Procura di Roma ci pensa il presidente del Senato Pietro Grasso: "Ho chiesto- spiega - che il procedimento e la convocazione di testimoni non abbiano ulteriore seguito". "L'attività posta in essere dai membri delle Camere non può formare oggetto di attività inquisitiva del pm", puntualizza Grasso citando una sentenza della Corte costituzionale. Il presidente del Senato indica, in particolare, "il difetto assoluto di giurisdizione della magistratura ordinaria sui comportamenti senatori nell'esercizio delle loro prerogative".

Intanto nel pomeriggio la conferenza dei capigruppo allargata all'ufficio di presidenza del Senato ha deciso di rinviare alla Giunta delle elezioni e le immunità parlamentari l'espressione di un parere in merito all'inchiesta sui disordini dei grillini in Aula. "Nessuno si sogni di intimidirci", tuona il capogruppo dei 5 Stelle al Senato Andrea Cioffi. "Non so se ridere o pianger - gli fa eco il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio - Resta il fatto che denunciano noi e arrestano sempre loro".

Della vicenda i grillini erano completamente all'oscuro. L'apprendono in Aula dal senatore forzista Giacomo Caliendo. Si vota il ddl anti-corruzione. Esasperato dalle continue interruzioni, l'azzurro esclama: "Già stiamo vivendo in un sistema di poco rispetto per il Parlamento per causa vostra. Sapete benissimo che alcuni senatori sono convocati dalla Procura della Repubblica di Roma a causa vostra".

I 5 Stelle vengono colti di sorpresa, si confrontano tra di loro. Alcuni si dirigono verso i banchi dei colleghi di altre forze politiche chiedendo lumi. Poco dopo prende la parola in Aula il presidente della commissione Giustizia del Senato Francesco Nitto Palma e chiede a Grasso di fare luce sulla vicenda. "Giunge notizia - dice - che vi sarebbe un procedimento aperto dalla Procura di Roma in riferimento a fatti accaduti quando si è votata la riforma costituzionale. Immagino che si ravvisi l'attentato agli organi costituzionali. Chiedo al presidente di accertare quanto sta accadendo alla Procura di Roma e se c'è un atteggiamento invasivo rispetto all'autonomia del Senato". L'intervento del presidente non si fa attendere.

Ma Grillo sul suo blog non ne fa parola. Nel mirino finiscono i senatori che hanno sporto denuncia, riportati uno per uno "Gabriele Albertini (Ap), Lucio Barani (Gal), Enrico Buemi (Psi), Stefano Candiani (Lega), Franco Conte (Ap), Nadia Ginetti (Pd), Carlo Giovanardi (Ncd), Fausto Longo (Autonomie), Stefania Pezzopane (Pd)".

"L'Italia è un Paese capovolto - attacca il blog in un post firmato dal gruppo di Palazzo Madama - se rubi, finisci per entrare in politica e se sei onesto, troppo onesto, vieni denunciato. L'Italia è un Paese paradossale: a beccarsi la denunce è chi ha mani e coscienza pulite. L'Italia è un Paese che fa paura: se la tua voce esce fuori dal coro, se scegli di non unirti al gregge, sai già che dovrai pagare un prezzo altissimo. Oggi questo prezzo lo paga il Movimento 5 Stelle, 'colpevole' di aver svolto con coerenza il compito per cui 9 milioni di cittadini hanno voluto che entrasse in Parlamento: fare opposizione senza sconti, rendere la vita difficile a un governo arrogante che, con la complicità dei partiti di maggioranza, in queste Aule parlamentari violenta quotidianamente la nostra Costituzione. In un Parlamento pieno di corrotti e di indagati, tutti i partiti politici si mettono insieme per andare in Procura e denunciare l'unica vera forza di opposizione, l'unico movimento onesto di cui davvero hanno paura, perché sanno che non è e non sarà mai come loro". Ma "la loro denuncia è una medaglia che ci appuntiamo sul petto e che dedichiamo a chi non ha voce per farsi sentire. Se pensano di intimidirci e farci smettere, si sbagliano di grosso. Ora #denunciatecitutti"".

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