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L. elettorale: Renzi, è in ballo dignità del Pd

27 aprile 2015 | 13.08
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"Nel voto di queste ore c'e' in ballo la legge elettorale ma anche la dignità del nostro partito". Domani il voto sulle pregiudiziali, il governo non mette la fiducia ed è ottimista: "I numeri del Pd saranno larghi". Caso Speranza, si decide dopo la legge elettorale.

Matteo Renzi (Xinhua/Ye Pingfan) - Infophoto
Matteo Renzi (Xinhua/Ye Pingfan) - Infophoto

"Nel voto di queste ore c'e' in ballo la legge elettorale, "Nel voto di queste ore c'è in ballo la legge elettorale, certo. Ma anche e soprattutto la dignità del nostro partito". Matteo Renzi mette una sorta di fiducia 'politica' sull'Italicum. In una lettera ai circoli, il segretario-premier spiega a chiare lettere che "se questa legge elettorale non passa è l'idea stessa di Partito democratico come motore del cambiamento dell'Italia che viene meno".

Pochi giri di parole per chi ancora, alla vigilia del primo voto alla Camera sulla riforma elettorale, nutre dubbi sulla posta in gioco: "Questa legge elettorale l'abbiamo cambiata tre volte per ascoltare tutti, per ascoltarci tutti. Ma a un certo punto bisogna decidere", scrive ancora Renzi. In questo quadro il Pd e il governo ad affrontano domani le votazioni a scrutinio segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità sull'Italicum.

I deputati dem sono stati 'precettati': "Presenza obbligatoria senza eccezione alcuna. Annullare ogni impegno e missione", si legge in un sms inviato dal gruppo. Tuttavia la tensione interna al Pd (fatte salve le posizioni più critiche come quelle di Fassina o Civati) in serata appaiono più stemperate. Sulle pregiudiziali il governo non metterà la fiducia e dopo una riunione della presidenza del gruppo dem della Camera filtra ottimismo sul fatto che domani il Pd potrà contare sui "numeri larghi".

Nella stessa Area riformista, si commenta positivamente il fatto che il governo abbia rinunciato alla fiducia: "Finalmente si ammette che la discussione deve essere nel merito". Non a caso sempre la presidenza del gruppo ha deciso, con l'ok dello stesso Renzi, di rinviare a dopo la legge elettorale la questione del capogruppo alla Camera: Roberto Speranza resta dimissionario ma potrebbe esserci uno spiraglio per un suo ripensamento.

Tuttavia il governo non appare affatto intenzionato ad alzare il piede dall'acceleratore sull'Italicum ("se non ci assumiamo responsabilità non meritiamo di esistere", dice in aula il ministro Boschi) e lo spettro della fiducia sulla legge elettorale continua ad aleggiare. Anzi, in serata i renziani non escludono nemmeno la possibilità di procedere sin da domani con le votazioni sugli emendamenti alla legge elettorale.

All'orizzonte ci sono fino a 80 possibili voti segreti. Per questo il piano originale era quello di votare dalla prossima settimana quando, con il nuovo mese, scatta il contingentamento dei tempi. Ma, è questo il messaggio dei renziani, il governo non teme le 'trappole' dei voti segreti ed è pronto anche a procedere da domani. Tanto che non sarebbe necessaria nemmeno una capigruppo, ma una semplice richiesta in aula di inversione dell'ordine del giorno. Ai deputati, in serata, arriva anche il messaggio esplicito di tutti i segretari regionali del Pd che hanno firmato un appello: "Sulla legge elettorale niente imboscate". Da domani, si comincerà a 'ballare' in aula.

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