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**Pd: Civati, non sosterrò più il governo, lascio il gruppo**

06 maggio 2015 | 15.16
LETTURA: 4 minuti

"Non sosterrò più il governo, lascio il gruppo". Poi il lungo post sul blog: "Ormai io come una particella di sodio. Chi non è d'accordo, viene solo vissuto con fastidio". Per Guerini "la scelta era nell'aria". Speranza: "serve una riflessione seria - scissione? Lavorare perché non avvenga"

Pippo CivatiInfophoto
Pippo CivatiInfophoto

Dopo tante 'scazzottate', arriva l'addio. Pippo Civati lascia il Pd. "Non ho più fiducia, non sosterrò il governo e per questo lascio il gruppo del Pd", l'annuncio ufficiale. Poi la spiegazione, dettagliatissima, via blog. Con qualche sassolino tolto dalla scarpa. "Il mio è un messaggio per gli elettori del Pd e del centrosinistra: mi dispiace, per me, per voi. Mi dispiace deludere alcuni di voi e condividere la delusione di chi deluso è già da molto tempo". Ma Civati rivendica: "non avrei voluto fare questo disastro nel bel mezzo della campagna elettorale, ma non è colpa mia: è stato Renzi a voler aprire lo scontro proprio nelle settimane precedenti alle elezioni". "Come molti, non mi sento rappresentato da questa situazione. Lo ripeto da qualche giorno: non ho più fiducia in questo governo, nelle sue scelte, nei modi che ha scelto, negli obiettivi che si è dato", rincara la dose Civati ammettendo di sentirsi ormai da tempo come "una particella di sodio". In un partito dove, a detta dell'ormai ex dem, "chi non è d'accordo, viene solo vissuto con fastidio".

"Sono dispiaciuto ma era una decisione preannunciata da tempo", commenta il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini. "La sua scelta, che rispettiamo, era nell'aria perché da tempo Civati non votata a sostegno del governo". Sulla possibilità che altri, specie al Senato, possano seguire l'ex candidato alle primarie, Guerini dice: "Non sono impensierito, non credo che la minoranza Pd lo seguirà. Il Pd è un grande partito dentro cui devono convivere diverse sensibilita' e culture", una cosa che è la "nostra ricchezza".

L'addio di Civati, per Roberto Speranza, è invece "un elemento di amarezza, che testimonia un malessere di tutto il Pd, che deve farci riflettere e che non può essere liquidato con una semplice alzata di spalle. Esce dal Pd una persona che ha preso quattrocentomila voti alle ultime primarie, a questo punto serve una riflessione seria". A chi gli parla dell'ipotesi scissione, "bisogna lavorare - replica Speranza - perché questo non avvenga, bisogna stare nel Pd e battersi perché il nostro sia un partito di sinistra e non tutto e il contrario di tutto". Per Speranza, "vedere Bondi che vota la fiducia e il Def e tutto un mondo largo, vicino a noi, che è molto critico nei confronti del Pd provoca una inquietudine soprattutto nel nostro elettorato. Io penso che le condizioni per affermare un punto di diverso nel Pd ci sono tutte, a questo bisogna lavorare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi".

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