La legge elettorale ha avuto l'ok del Capo dello Stato. M5S aveva chiesto che il Colle non firmasse mentre la Lega si dice pronta al referendum. Il via libera lunedì alla Camera con 334 voti favorevoli e 61 contrari. Dal premio di maggioranza allo sbarramento al 3%: ecco come funziona la legge elettorale
La riforma della legge elettorale ha la firma del Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella infatti ha firmato l'Italicum che la Camera aveva approvato in via definitiva lunedì scorso. Poche ore prima, il presidente del Consiglio aveva 'sottoscritto' la legge e 'postato' su Twitter la foto dell'evento:
"Una firma importante. Dedicata a tutti quelli che ci hanno creduto, quando eravamo in pochi a farlo #Italicum", ha scritto il premier.
Una firma importante. Dedicata a tutti quelli che ci hanno creduto, quando eravamo in pochi a farlo #Italicum pic.twitter.com/awPasnBX51
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 6 Maggio 2015
I punti-cardine della legge elettorale approvata in via definitiva lunedì alla Camera sono proporzionale, premi di maggioranza, soglie di sbarramento, circoscrizioni provinciali e doppio turno.
Le opposizioni avevano lanciato un appello al presidente della Repubblica affinché non firmasse la riforma della legge elettorale. "Ci rivolgiamo a lui - ha detto lunedì durante le dichiarazioni di voto Danilo Toninelli del M5S - perché tra pochi giorni giungerà sulla sua scrivania questa schifosa legge e lui dovrà decidere se firmarla. Noi chiediamo di non firmarla" perché ha "gli stessi principi di incostituzionalità del Porcellum". E' una "scelta molto coraggiosa ma necessaria: serve per la libertà".
Roberto Calderoli ha invece già scritto le bozze per un referendum al fine di abolire pezzi dell'Italicum, per eliminare in particolare, ha spiegato, "i cento capilista bloccati, le pluricandidature e il ballottaggio".