Vitalizi: Sposetti (Pd) li difende, scintille in aula e Lezzi (M5S) 'ci disonori'

"Lisciare il pelo all'antipolitica non è un mestiere che ho mai amato, che non amo e spero di non amare mai. Non ho mai svolto questa professione". Ha iniziato così il suo intervento il senatore Pd Ugo Sposetti in aula a proposito della decisione che oggi il Consiglio di presidenza adotterà sui vitalizi per gli ex parlamentari condannati (analogo appuntamento è previsto alla Camera). Un intervento che ha creato scompiglio e tensione in aula, soprattutto con il Movimento Cinque Stelle e alla fine il capogruppo Pd Luigi Zanda ha precisato il carattere "personale" dell'intervento di Sposetti.

"In questa occasione -ha affermato- dico alla collega questore e al Presidente del Senato che non c'è il mio apprezzamento, non c'è la mia fiducia". Dopo aver citato sentenze della Consulta, Sposetti si è domandato: "Perché cambiare le regole per donne e uomini che hanno lavorato con quelle regole in atto? Io cambio le regole all'inizio della mia attività lavorativa, all'inizio della legislatura".

"Io so -ha proseguito- che sto dentro questo recinto, quando inizio un impegno lavorativo e professionale, e che sto dentro queste regole. Ritengo che i membri del Consiglio di Presidenza si trovino di fronte ad un diritto inalienabile, un diritto acquisito, un diritto che matura con il versamento dei contributi del lavoratore e dell'azienda, un diritto alla sopravvivenza. Per chi ha fatto solo quel lavoro, scatta un diritto alla sopravvivenza". A quel punto l'aula ha cominciato a rumoreggiare, con forti proteste dai Cinque Stelle. E quando Sposetti ha ricordato di avere simpatia per molti di loro, la pentastellata Barbara Lezzi l'ha gelato: "La tua simpatia ci disonora!".