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Crisi: Maroni, Lombardia prima regione a sperimentare reddito cittadinanza

12 maggio 2015 | 13.08
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Il governatore: "In un momento di crisi economica particolarmente grave vogliamo usare i fondi del fondo sociale europeo per ridurre la povertà e l'esclusione sociale". M5S: "Fare presto, non si perda tempo". Cisl: "Non è la priorità"

Roberto Maroni (Infophoto) - INFOPHOTO
Roberto Maroni (Infophoto) - INFOPHOTO

La Lombardia sarà la prima regione italiana a sperimentare il reddito di cittadinanza. Lo assicura il presidente Roberto Maroni, a margine della presentazione del Por Fse e Fesr 2014-2020. "Molti ne parlano - dice il governatore - tanti chiacchierano, noi lo introdurremo. Ho già incaricato gli assessori Garavaglia e Cantù di studiare le modalità di intervento". In un momento di crisi economica "particolarmente grave - aggiunge Maroni - vogliamo usare i fondi del fondo sociale europeo per ridurre la povertà e l'esclusione sociale, anche attraverso il programma speciale di introduzione del reddito di cittadinanza".

L'annuncio di Maroni raccoglie il plauso dei 5 Stelle. "Finalmente Maroni coglie la priorità del reddito di cittadinanza. Ancora una volta, le buone idee del Movimento 5 Stelle dettano l’agenda della politica lombarda che è costretto a rincorrere" afferma Dario Violi, capogruppo del Movimento 5 Stelle Lombardia, che apre al dialogo con la maggioranza: "Siamo pronti a discutere sin da ora - dice -. Quando si tratta del benessere dei cittadini non ci fermiamo alle dichiarazioni di intenti o alle bandierine politiche e sollecitiamo anche le altre forze politiche di partecipare, il reddito di cittadinanza è una misura che non può più aspettare. Non perdiamo altro tempo".

Dubbi e critiche arrivano invece dai sindacati. "La priorità in Lombardia non può essere il reddito di cittadinanza annunciato dalla Regione" afferma Osvaldo Domaneschi, segretario generale Cisl Lombardia. A fine maggio, rileva Domaneschi, "circa 5mila lavoratori lombardi resteranno senza cassa in deroga, altri 30mila la termineranno gradualmente nei prossimi mesi e non avranno più nulla". Per questo, la vicenda "meriterebbe altri approfondimenti: i fondi sociali europei devono servire per creare opportunità e occasioni di sviluppo e di lavoro per i giovani. E se ci sono risorse disponibili, o individuabili, si pensi ai contratti di solidarietà, a chi sta perdendo il lavoro nelle piccole imprese, ai temi della sanità legati ai ticket e superticket".

Il riferimento è alla costruzione di un'alternativa alla cassa in deroga: "In Lombardia - sottolinea - abbiamo ottenuto di frazionare i 5 mesi nell'arco dell'anno, ma la situazione rischia di diventare drammatica". Secondo la Cisl Lombardia, dunque, occorre accelerare sulle riforme annunciate: "Il governo deve al più presto realizzare la riforma della cassa integrazione, estendendola anche alle medie e piccole imprese e puntando di più sui contratti di solidarietà".

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