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Partiti: riforma Pd, personalità giuridica per partecipare a voto

26 maggio 2015 | 14.38
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Guerini: "Serve trasparenza e democrazia interna". Personalità giuridica per partecipare al voto

Matteo Orfini, Lorenzo Guerini, Andrea De Maria e Nico Stumpo in conferenza stampa(Foto Adnkronos)
Matteo Orfini, Lorenzo Guerini, Andrea De Maria e Nico Stumpo in conferenza stampa(Foto Adnkronos)

Scontro aperto tra il Pd e il M5S. Ad accendere la miccia -l'ennesima tra i dem e i grillini- è la proposta di legge targata Pd e volta ad attuare uno degli articoli della Costituzione più richiamati dalla politica ma rimasto lettera morta: l'art.49 sui partiti. In conferenza stampa al Nazareno, i dem presentano le linee principali del testo. A cominciare dal riconoscimento della personalità giuridica, requisito necessario per correre alle elezioni. E regola che, di fatto, oggi vedrebbe fuori i 5 Stelle.

Per il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, "c'è la necessità che i partiti siano sempre più trasparenti e che diano garanzie sotto il profilo della democrazia interna", soprattutto alla luce dell'abolizione del finanziamento pubblico diretto fissata con il decreto 149 del 2013 e all'Italicum. Per questo, chiariscono i dem, la personalità giuridica diventa, nella proposta di legge, precondizione per la presentazione delle liste elettorali. Se ai grillini non sta bene, il guaio è loro. "La nostra è una norma a favore della trasparenza e della democrazia - dice il presidente del Pd Matteo Orfini - se Grillo è contro, è un problema di Grillo, non di questa proposta di legge". Che è una "sfida a quelle forze politiche che discettano di democrazia senza applicarla al proprio interno".

Ma i 5 Stelle non stanno a guardare e passano al contrattacco. Per Roberta Lombardi la proposta di legge dei dem "va oltre il fascismo. Il punto centrale - dice la grillina all'Adnkronos - è che se ne fregano dei cittadini, il loro scopo e far fuori il M5S dalla cosa pubblica per continuare a fare i loro lerci affari indisturbati. A questo punto, mi chiedo quando ci sarà una legge che consentirà di candidarsi alle elezioni politiche solo ai segretari di partito che si chiamano Matteo di nome e Renzi di cognome. Tutto questo è semplicemente vergognoso". La replica di Orfini non si fa attendere, viaggia in Rete su Twitter: "Per M5S obbligare partiti a trasparenza e democrazia è 'oltre il fascismo'. È il contrario: senza democrazia e trasparenza c'è autoritarismo".

"Il ‎Pd‬ continua ad occuparsi solo di sé stesso - sostiene Danilo Toninelli, l''uomo riforme' del M5S - invece di mettersi seriamente al lavoro su questioni urgenti come la proposta sul reddito di cittadinanza, decide di occupare le Camere depositando un progetto di legge sui partiti. Nessuna preclusione preconcetta, ma ormai conosciamo questi signori: sanno solo disegnarsi abiti su misura, facendo pagare il conto ai cittadini".

I dem si dicono pronti al confronto e al dialogo, ma si mostrano anche decisi a portare a casa la riforma. "E' una proposta di tutto il Pd ed è evidente - rimarca Guerini - che dovremo confrontarci con le altre forze in Parlamento: è un passaggi politico rilevante, che speriamo vada in porto in tempi rapidi". "Speriamo - gli fa eco Nico Stumpo - di poter dare il prima possibile al Paese una legge in grado di dare ai partiti nuova linfa e vitalità e di invertire il trend del rapporto dei cittadini con la politica, in modo da favorire un loro riavvicinamento".

Alla proposta dovranno far seguito, è stato precisato, altre dedicate a lobby, selezione delle candidature e fondazioni. Se sul ddl è guerra aperta col M5S, le altre forze politiche si dichiarano attendiste ma aperte al confronto. "Prima di dare un giudizio compiuto - dice all'Adnkronos Ignazio Abrignani, responsabile dell'ufficio elettorale di Forza Italia - aspettiamo di vedere e approfondire la proposta. E' chiaro che tutte le iniziative che vanno nella direzione di garantire maggiore trasparenza e serietà mi sembrano condivisibili". Dello stesso avviso Dorina Bianchi, esponente di Area popolare e membro della commissione Affari costituzionali della Camera.

La Lega mette le mani avanti: "siamo assolutamente aperti al confronto in Parlamento - premette il presidente dei senatori della Lega, Gian Marco Centinaio - ma sia chiaro: deve essere un confronto reale. Non un confronto 'alla Renzi' dove lui decide e gli altri devono subire, come si è visto, tanto per fare un esempio, con la riforma della scuola. Quindi, 'sfida' accettata, ma che si svolga al più presto in commissione. La Lega è favorevolissima". Arturo Scotto, capogruppo di Sel a Montecitorio, invita a mettere "insieme tutte le proposte sul tavolo" e aprire "una discussione vera: un dibattito necessario e non più rinviabile perché oggi i partiti - tra liste di impresentabili e scandali che li attraversano- rischiano di essere delegittimati. Dunque o si ha capacità di autoriformarsi o si verrà travolti. E' una responsabilità a cui il Parlamento deve saper rispondere".

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