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Mattarella a Londra incontra la regina Elisabetta. Rilanciare Ue, uniti nella diversità /Video

28 maggio 2015 | 16.24
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Appello del capo dello Stato nell'intervento alla London School of Economics

Il Presidente della Repubblica  Sergio Mattarella con la Regina Elisabetta II a Buckingham Palace
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la Regina Elisabetta II a Buckingham Palace

L'Europa deve progredire "verso una sempre maggiore coesione", fedele al motto "uniti nella diversità". Da Londra, dove si trova per una visita di due giorni, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rilancia l'Unione europea, oggi attraversata da uno smarrimento paragonabile a quello vissuto nel 1954, all'indomani del fallimento della Comunità europea di difesa. Allora fu Jean Monnet a ridare slancio alla visione europea e i Paesi fondatori non accettarono quella sconfitta. Troppo recente la memoria delle due Guerre mondiali, senza dimenticare che "la pressione esterna esercitata dalla ormai consolidata contrapposizione tipica del mondo bipolare spingeva quasi naturalmente i Paesi europei a 'tenersi uniti'".

Anche oggi, ammonisce il Capo dello Stato, ci troviamo in presenza di "un'Unione che potremmo ancora ben definire come un 'cantiere aperto', sollecitato dalla voglia di andare avanti ma anche da crisi geopolitiche che -per la prima volta dalla fine della guerra fredda- bussano alle nostre frontiere, da sud e da est". E "di fronte a cimenti rinnovati, apparirebbe inadeguato e quasi puerile far fronte con la fuga, tornando sui propri passi".

Guai perciò ad assecondare forze istintive ed irrazionali. Mattarella cita a questo proposito Alcide De Gasperi: "Quando l'Italia di nuovo libera e democratica muoveva i suoi primi passi, Alcide De Gasperi ebbe a dire: 'Per resistere è necessario ricorrere alle energie ricostruttive ed unitarie di tutta l'Europa. Contro la marcia delle forze istintive e irrazionali non c'è che il supremo appello all'istanza della nostra civiltà comune: costituire questa solidarietà della ragione e del sentimento della libertà e della giustizia, e infondere all'Europa unita quello spirito eroico di libertà e di sacrificio che ha portato sempre la decisione nelle grandi ore della storia!' Dobbiamo, tutti, avere oggi lo stesso coraggio".

"Da qualsiasi punto si parta, l'approdo -ha insistito quindi il Presidente della Repubblica- è sempre lo stesso: serve 'più Europa'", ricordando che "il motto dell'Unione europea è 'uniti nella diversità'. Qualcuno ha aggiunto, intelligentemente, che l'Europa è, per definizione, una somma di minoranze. Le differenze di sensibilità vanno preservate, coltivate, utilizzate per arricchire la capacità di iniziativa dell'Unione. L'Europa non è uniforme né può uniformarsi ad un'unica dimensione, marginalizzando la ricchezza delle sue storiche diversità. Per sua natura, l'Europa è contraria al pensiero unico: la sua capacità di integrazione differenziata produce un potenziale positivo nella competizione globale".

Ciò che va evitato, tuttavia, ha ammonito il Capo dello Stato, è "una tendenza che troppo spesso riecheggia nel dibattito attualmente in corso sul futuro dell'Unione, ovvero quella di guardare a possibili evoluzioni solo dal punto di vista dei 'ritorni', dei benefici a livello nazionale. Si tratta di una visione angusta per almeno due motivi: in primo luogo perché trasforma i negoziati in un gioco a somma zero, impedendo così qualsivoglia accordo, in secondo luogo in quanto ciò che è conveniente oggi potrebbe non esserlo più domani, alla luce di condizioni politiche ed economiche diverse".

Poi Mattarella torna a sferzare l'Unione europea sulla questione immigrazione. "Il nostro grande rammarico è legato al ritardo con cui la macchina europea si è messa in moto. Troppi morti, purtroppo, sono stati necessari per risvegliare la nostra coscienza collettiva". Ora "alcuni passi sono stati compiuti in queste ultime settimane nella giusta direzione. Ci aspettiamo che queste decisioni si trasformino in normative concrete, sperabilmente incisive, che diano alle politiche europee di accoglienza la necessaria prospettiva di lungo periodo".

Infine un auspicio rispetto alla crisi greca: "Sono fiducioso che, sulla base di quanto costruito, anche le difficoltà della Grecia -che altri Paesi europei hanno attraversato- potranno essere superate".

In mattinata il Presidente della Repubblica, aveva incontrato la Regina Elisabetta. Un faccia a faccia, avvenuto nell'appartamento privato della sovrana, a testimoniare la volontà di stabilire rapporti personali.

Nel primo pomeriggio l'incontro nell'ambasciata italiana con i nostri connazionali e un colloquio con il ministro degli Esteri britannico Philp Hammond. Domani mattina il Capo dello Stato sarà a Westminster dove commemorerà l'ingresso dell'Italia nella prima Guerra mondiale. Quindi la visita alla Camera dei Lords e l'incontro con la speaker, Baronessa Frances D'Souza, prima del rientro a Roma.

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