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Regionali: Renzi, dibattito su impresentabili lontano da realtà

29 maggio 2015 | 13.48
LETTURA: 2 minuti

Nessuno di quei candidati verrà eletto. Sul Pil stoccata a Grillo e Salvini, la crescita va incoraggiata

Il premier Matteo Renzi - INFOPHOTO
Il premier Matteo Renzi - INFOPHOTO

"Durante la discussione delle elezioni regionali in molti si sono concentrati sui problemi dei candidati così detti impresentabili. Mai visto un dibattito così autoreferenziale e lontano dalla realtà. Perché sono pronto a scommettere che come tutti sanno ma nessuno ha il coraggio di dire nessuno di questi candidati –nessuno!- verrà eletto". Matteo Renzi nella sua enews torna sulla vicenda degli impresentabili per ribadire in modo netto il suo pensiero.

Anche se "nessuno" degli impresentabili sarà eletto alle regionali "a me interessa discutere di legalità", sottolinea il premier aggiungendo: "Io su questo punto rivendico il lavoro che ha fatto il mio partito, il Pd. Nel giro di tredici mesi abbiamo realizzato una svolta che sembrava impossibile solo a inizio legislatura". Elencando la legge anti corruzione, l'Anac, il falso in bilancio, l'autoriciclaggio, i reati ambientali, Renzi aggiunge: "Noi non siamo giustizialisti. Abbiamo anche introdotto la responsabilità civile dei magistrati e modificato le norme per il carcere preventivo. Ma siamo per la legalità, sempre e ovunque".

Ma nella sua enews il premier commenta anche gli ultimi dati positivi sulla crescita e sul Pil puntando il dito in particolare su Grillo e Salvini: "I dati della crescita, finalmente positivi dopo undici trimestri, ci dicono però che questa ripartenza va incoraggiata, accompagnata, sostenuta. E il mondo della politica invece è sempre diviso in due: da una parte c'è chi tutte le mattine si alza e spera che le cose vadano male. Spera in un fallimento, in una crisi aziendale, in un'invasione di immigrati, in una polemica. Capisco la Lega, capisco Cinque Stelle. Fanno una scommessa sulla paura e sulla rabbia. Perché paura e rabbia sono monete preziose nel mercato elettorale. Ma noi non li inseguiremo mai in quel terreno. Perché noi stiamo dall'altra parte del campo".

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