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Della Valle contro tutti, da Renzi a Marchionne nessuno sfugge al patron di Tod's

02 luglio 2015 | 16.11
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 Diego Della Valle (Infophoto)
Diego Della Valle (Infophoto)

L'attacco al governo Renzi da parte di Diego Della Valle è l'ultimo, in ordine di tempo, del presidente e ad di Tod's e proprietario della Fiorentina, che ha al suo attivo una serie di affondi non solo contro la politica ma anche contro colleghi imprenditori.

"Non voglio aprire polemiche. Mi dispiace ammetterlo, ma credo che questa sia un'esperienza governativa che sia arrivata un po' alla fine" ha dichiarato Della Valle ieri al Milano Fashion Global Summit. Solo qualche mese fa il patron di Tod's esortava ad "andare a elezioni il prima possibile. Molti amici mi dicono che questo non è il momento, perché siamo in una fase difficile. Ma il Paese - sottolineava - è incartato tra una politica che ha le sue idee e cerca di autoconservarsi e una leadership che ne ha altre. E' una situazione che non consente di andare avanti".

Dalla politica ai vertici della Fiat, ora Fca. Meno di un anno fa Della Valle sferrò un duro attacco all'ad Sergio Marchionne. "Di persone come Marchionne, gli italiani che vivono una crisi tremenda, ne fanno volentieri a meno - disse il patron di Tod's - Se si sente orgoglioso di essere italiano, cominci a pagare le sue tasse personali in Italia dove le pagano i lavoratori Fiat. Noi italiani non dobbiamo permettere a questi 'furbetti cosmopoliti' di prenderci in giro in questo modo, sicuri di farla sempre franca".

Della Valle ha usato parole durissime anche contro il presidente John Elkann per le sue dichiarazioni sui giovani che non trovano lavoro perché stanno bene a casa: "Il poveretto di Jakie non perde mai tempo di ricordare agli italiani che è un imbecille. E' uno che appartiene a una famiglia che ha distrutto una quantità industriale di posti di lavoro e di conseguenza la speranza di molti giovani".

E non è scampato alla scure l'ex ad di Ferrovie: "Per il servizio che rende ai cittadini italiani, Moretti dovrebbe lavorare anche gratis". Nel mirino anche le dichiarazioni di Moretti, che aveva detto di essere pronto ad andarsene se il suo stipendio fosse stato ritoccato 'al ribasso' dal governo: "Se vogliamo davvero cambiare l'Italia e riportare al centro dell'attenzione gli interessi e i bisogni dei cittadini e non quelli delle vecchie corporazioni, gente come Moretti deve essere mandata a casa subito e con determinazione".

Della Valle è intervenuto anche sulle vicende legate a Ubi banca: "Se Giovanni Bazoli avesse un briciolo di dignità, dovrebbe chiedere scusa agli italiani e dimettersi immediatamente da ogni incarico pubblico".

Mentre è finita in tribunale una diatriba con il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Oggetto del contendere, il Colosseo. O meglio, un'associazione legata all'anfiteatro 'della discordia', fondata da Rienzi con il nome 'Veri Amici del Colosseo', troppo simile a quello dell'associazione 'Amici del Colosseo', dell'imprenditore marchigiano.

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