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Mirabelli, bene impegno Csm per migliore professionalità toghe

05 luglio 2015 | 13.29
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Violante: "Magistrati valutino effetti sentenze"

il costituzionalista Cesare Mirabelli - (Foto Infophoto)
il costituzionalista Cesare Mirabelli - (Foto Infophoto)

L'avvio di un cammino riformatore da parte del Consiglio Superiore della Magistratura "è essenziale" per "una professionalità e una formazione" dei giudici "sempre migliore, così come lo è "uno stile di azione che non sia attratto dalle sirene della notorietà, ed eviti una certa originalità di decisioni o di interventi a gamba tesa". "Quello del Csm è un impegno forte che può avere risultati positivi nel breve e lungo periodo ma va intrapreso". Così il costituzionalista Cesare Mirabelli, commenta con l'Adnkronos, l'intervento di oggi del Vicepresidente del Csm Giovanni Legnini sulle pagine del Corriere della Sera.

Legnini - partendo dagli ultimi casi giudiziari che hanno riguardato l'Ilva e Fincantieri, riflette sul "rapporto tra decisioni dei giudici e vita delle imprese", sostenendo che "i giudici non possono evitare di considerare le conseguenze delle loro decisioni".

A tal proposito, Mirabelli si dice convinto che "le imprese necessitano di una assoluta chiarezza e certezza delle regole e prevedibilità delle decisioni, perchè - osserva - è su questo che fondano la loro azione. In riferimento al caso Fincantieri - ricorda - ci sono state due decisioni diverse, con un intervento pesante della Cassazione. E già questo dimostra che il quadro non è positivo se ci sono queste incertezze".

"Non è che la giurisdizione si arresta alle porte delle imprese - sostiene Mirabelli - ma non può neanche essere così espansiva da incidere, orientare, interferire in qualche modo o bloccare quando questo non sia necessario o previsto da norme. C'è spesso una larga possibilità valutativa della giurisdizione e in quest'ambito occorre ponderare bene gli interessi in gioco, evitare che ci siano interventi a gamba tesa, ma evitare anche timidezze", ammonisce il presidente emerito della Corte Costituzionale.

"Come anche Legnini osserva, c'è spesso una non adeguatezza del dato normativo della legislazione e per questo - prosegue Mirabelli - occorre in qualche modo porre rimedio. Non tutto si può prevedere ma c'è certamente nel nostro Paese una enfatizzazione delle misure penali rispetto a quelle amministrative. Non è positiva nè funzionale una visione per la quale tutto deve essere sanzionato con norme penali".

In particolare dalla vicenda vicenda Fincantieri, "si può trarre un dato positivo e cioè che c'è stato un bilanciamento tra poteri di fronte a un intervento della magistratura: c'è infatti un intervento normativo del governo con decreto legge che rettifica delle incongruenze che la legislazione manifestava. Ne esce però complessivamente una scarsa chiarezza delle norme e una scarsa prevedibilità delle decisioni". Un fatto, a suo avviso, "negativo per l'economia ma anche per gli investimenti. Chi è l'investitore straniero - si chiede Mirabelli - che decide di venire in un Paese dove non sa con certezza quali sono le regole, dove è soggetto a ipotesi di sanzioni penali non prevedibili o aspetta anni per avere una decisione?". Di fronte a un quadro del genere "preferirà investire altrove". Da qui la necessità di agire a favore di una "certezza delle regole e prevedibilità delle decisioni".

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