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Renzi alla minoranza Pd: "Abbiamo i numeri per andare avanti in Senato"

31 luglio 2015 | 14.24
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Renzi alla minoranza Pd:

"Il Senato ha i numeri per andare avanti", il voto di ieri che ha visto il governo battuto sulla Riforma Rai "è evidente che è stato un messaggio politico, ma è evidente che è un messaggio che non ci preoccupa. Soprattutto andiamo avanti più convinti e più decisi di prima". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. "Qui c'è un patto che abbiamo con gli italiani -ha detto ancora il premier- chi ha voglia di discuterne all'interno del partito ne discuta all'interno del partito, se si fanno mancare i voti in Aula ne prendiamo atto, è evidentemente un metodo che non mi appartiene, che non condivido e che mi sembra poco rispettoso dell'idea stessa di comunità, ma non è una cosa che ci fa paura, perchè è sempre accaduto così dall'inizio del nostro governo".

"E' stato un segnale di natura politica, anche perché sembrerebbe strano che il voto di coscienza sulle riforme costituzionali casualmente fosse lo stesso sull'emendamento della Rai e sul posizionamento congressuale. Una parte del Pd ha voluto approfittare di molte assenze per dare un messaggio. Io credo che il nostro obiettivo non sia quello di passare il tempo a dare messaggi ma sia quello di cambiare il Paese. Quindi andiamo avanti con molta decisione e molta determinazione, ognuno si assume le sue responsabilità".

Renzi parla anche del caso Azzollini , spiegando come "si vota guardando le carte e che questo è un segno di maturità", perché i "parlamentari non sono passacarte della Procura". "Io non ho letto le carte, questa non è un'operazione su cui si vota di partito o non di partito, qui si vota guardando le carte. E chi ha letto le carte ha ritenuto in larga maggioranza di votare contro l'ipotesi di arresto. Lo considero un segno di maturità", ha spiegato Renzi: "Noi non siamo dei passacarte della Procura di Trani il Parlamento della Repubblica non è un passacarte della Procura di Trani".

"Il Pd - ha detto ancora il premier - è quel partito che quando si è trattato di mandare ai domiciliari o addirittura in carcere un proprio deputato lo ha fatto, perché si riteneva che non vi fosse il fumus persecutionis. La posizione della Giunta è stata di un tipo, quando il capogruppo ha visto le carte ha detto 'vi lascio libertà di coscienza perchè anch'io sono convinto che questa sia una vicenda molto complicata e su cui il fumus persecutionis potrebbe essere'".

"Credo nei miei deputati e nei miei senatori e faccio parte di un partito politico che, avendo grande rispetto della Costituzione, crede nei valori che essa rappresenta, a partire dal rispetto della magistratura. Rispettare la magistratura significa rispettare le competenze che hanno i giudici e che hanno gli altri". Renzi ha quindi rivendicato "la forza e il coraggio di dire ai propri deputati 'tu stasera non dormi a casa perché noi vediamo che non c'è fumus persecutionis e non ci fa velo l'amicizia e la colleganza, noi siamo convinti che tu debba rispondere di quello che i magistrati ti hanno fatto'. Lo abbiamo fatto con i nostri figuriamoci se abbiamo problemi a farlo con gli altri".

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