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Monito di Mattarella: "Sulla strage emerga tutta la verità"

02 agosto 2015 | 11.01
LETTURA: 5 minuti

All'AdnKronos il racconto di tre sopravvissuti: Sonia, Marina e Giuseppe. 2 agosto 1980, 85 morti e 200 feriti: apocalisse alla stazione

Monito di Mattarella:

"Dopo lunghi anni di indagini difficili, contrassegnate da reticenze e tentativi di depistaggio, la magistratura, sostenuta dall'impegno e la tenacia dell'Associazione dei familiari delle vittime, ha concluso il suo iter processuale, pronunciando una sentenza definitiva. Su quella tragica vicenda permangono però ancora angoli bui, specie per quanto riguarda mandanti ed eventuali complici. L'auspicio è che la verità possa emergere nella sua interezza: la vostra battaglia, che riguarda anche l'introduzione del reato di depistaggio, costituisce un'importante risorsa". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente della Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Paolo Bolognesi.

"Sono passati 35 anni da quando una terribile esplosione alla stazione di Bologna provocò la morte di ottantacinque persone e il ferimento di altre duecento, distruggendo affetti, progetti e speranze. L'attentato del 2 agosto del 1980 -ricorda il Capo dello Stato- fu il culmine sanguinoso di una strategia stragista, mirante a scardinare la democrazia e le conquiste sociali dell'Italia repubblicana. La reazione degli italiani, a partire dalla città di Bologna, fu decisa e compatta, con grande forza e dignità. E rappresentò, ancora una volta, l'argine più robusto contro ogni tentativo di destabilizzazione".

"L'Italia ha il dovere di non dimenticare quella strage e quelle vittime innocenti che fanno ormai parte integrante della memoria nazionale. In questo giorno di ricordo e di raccoglimento per l'Italia intera, desidero far giungere la solidarietà alla città di Bologna, saldo presidio di democrazia. Ai familiari delle vittime -conclude Mattarella- va la mia sincera partecipazione a un dolore immenso, che il trascorrere degli anni non può cancellare".

Commemorazione a Bologna - È arrivato il momento di fare vera chiarezza e far luce sulla verità dei fatti". Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione familiari delle vittime, intervistato da Radio1, chiede al Presidente del Consiglio di mantenere le promesse fatte dai ministri che si sono succeduti nel corso degli anni, cadute finora nel vuoto. E oggi, Radio1 Rai ha ricordato la strage alla stazione di Bologna, interrompendo le trasmissioni alle 10.25, ora dell'esplosione, che il 2 agosto del 1980 uccise 85 persone, ferendone oltre duecento. I nomi delle vittime, scanditi nel corso della cerimonia di commemorazione, in corso a Bologna , sono riecheggiati all'interno della programmazione musicale della rete, insieme alle struggenti testimonianze dei sopravvissuti.

"Noi siamo qui, io credo, perché vogliamo sapere e comprendere come e perché degli esseri umani siano stati capaci di concepire questo male. E vogliamo sapere se fra costoro vi sono stati uomini dello Stato, che avevano solennemente giurato di servire il loro Paese, la Costituzione, i diritti e la sicurezza dei cittadini e che invece hanno forse creato le condizioni per attentare alla democrazia, aiutando gli assassini, o, quantomeno, voltandosi dall'altra parte. Io non esito a chiamare chi fa questo con una sola parola: traditore". Lo ha affermato il presidente del Senato, Pietro Grasso, che dopo aver celebrato l'anniversario della strage di Bologna, si è recato a San Benedetto Val di Sambro per ricordare le stragi del treno Italicus e del treno Rapido 904 Napoli-Milano. "I due eventi - ha detto ancora la seconda carica dello Stato - si sono svolti a dieci anni di distanza ma sono accomunati da diversi elementi. Le indagini e i processi sono stati spesso ostacolati da silenzi, da depistaggi, da inquinamenti di cui sembrano vergognosamente responsabili traditori dello Stato, lo stesso Stato la cui sovversione era l'obiettivo dei vili attentatori". "Entrambe le vicende sembrano germogliare dall'humus malato dell'eversione e dell'estremismo politico di destra, da una sottocultura della morte che teorizzava lo stragismo come preciso strumento di lotta politica prendendo di mira non uomini-simbolo dello Stato e della società, invece cittadini inermi. Con lo scopo di alzare la tensione e rendere apparentemente ineluttabile un governo del Paese non più democratico".

"Tenere viva la memoria è il primo dovere da osservare, in occasione dell'anniversario della strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Ma ai familiari delle vittime, e a tutti gli italiani che vivono questa giornata come una ferita profondissima nel tessuto civile del Paese, voglio unirmi anche nel sottolineare un'esigenza di verità e di giustizia, che a trentacinque anni dalla strage attende ancora di essere soddisfatta". Lo afferma il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.

"Importanti interventi e strumenti -aggiunge- sono stati e si stanno realizzando come la desecretazione dei documenti in possesso della Pubblica amministrazione e l'introduzione del reato di depistaggio, di cui si é avviata la discussione nella commissione Giustizia del Senato. La digitalizzazione degli atti dei processi storici, che il ministero della Giustizia ha avviato d'intesa con il Mibact, intende poi rendere concretamente disponibili carte giudiziarie indispensabili alla conoscenza della storia repubblicana. Ogni sforzo deve quindi essere compiuto perché sia conosciuta, finalmente, tutta la verità".

Tweet Boldrini - "Una verità parziale è una verità negata. Per fare piena luce su mandanti strage Bologna importante anche ultimare iter su reato depistaggio". Lo scrive su Twitter la presidente della Camera, Laura Boldrini.

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