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Funerale Casamonica, i nipoti: "Non siamo mafiosi"

21 agosto 2015 | 08.43
LETTURA: 8 minuti

Il parroco: "Lo rifarei. L'offerta? 50 euro". La 'Romanina' come Scampia, il feudo del clan

"Vittorio Casamonica innanzitutto non era un camorrista, non abbiamo sporcato Roma con i petali di rosa ma abbiamo solo voluto ricordare una persona speciale per noi. Quando è stato messo lo striscione con su scritto 'Vittorio Casamonica sei il re di Roma' voleva dire che è il re per noi, che ci ha insegnato tanto ed è stato il numero uno per noi". Lo dice a SkyTg24 uno dei nipoti di Vittorio Casamonica, di cui ieri sono stati celebrati i funerali nella chiesa di Don Bosco. "Io non vengo qui per parlare della mafia - aggiunge -. Sono più di 700 anni che noi stiamo in Italia, abbiamo sempre accompagnato i defunti con i carri funebri e con la banda, lui era un uomo anziano e ha commerciato i cavalli e li amava".

"La carrozza, le basi musicali non erano segnali mafiosi sono una nostra usanza, una nostra cultura, per l'elicottero abbiamo messo un po' per uno per fargli un regalo e nessuno ce l'ha vietato. Non è stata suonata solo la musica del padrino, ma anche Paradise e musiche di Frank Sinatra perché lui amava la musica e le aveva chieste prima di morire. La mafia con noi non ci azzecca proprio niente. Noi non siamo mafiosi, Vittorio Casamonica non è mai stato condannato per mafia. Se ha fatto qualche errore l'ha pagato, tra noi c'è il bravo e c'è il cattivo come dappertutto. Sui social network tutti ad attaccare Vittorio Casamonica, ad attaccare noi, a offenderci, non è una cosa bella".

"Vittorio Casamonica quando è stato implicato con la banda della Magliana non è mai stato giudicato davanti a una Corte - aggiunge l'altro nipote - I Casamonica non hanno mai ammazzato nessuno, non hanno mai stuprato nessuno. Se c'è lo spaccio e se c'è l'usura come c'è in mezzo a noi c'è in mezzo a voi".

"Mio zio era onesto, non era un boss" rimarca anche un'altra nipote a 'In Onda'. "Non stava con la mafia o con la Banda della Magliana e non trafficava droga - continua - E' vero, ha avuto condanne ma chi sbaglia non sbaglia per sempre, state infangando il nome di Vittorio Casamonica".

AGENZIA FUNEBRE - ''Siamo arrivati con il camion all'Ikea Anagnina. Da lì ci hanno scortato i vigili urbani fino alla chiesa. Dietro il corteo funebre, poi, c'era una macchina dell'Ama che puliva tutto''. Lo racconta all'Adnkronos il titolare dell'agenzia funebre Cesarano che ha affittato il carro funebre con sei cavalli neri (''il prezzo, per tutti, è di 2.500 euro'') per il funerale del boss Vittorio Casamonica. Lo stesso, raccontano, ''che abbiamo utilizzato al funerale di Totò''.''Da Anagnina in poi i vigili sono stati con noi - racconta Cesarano - sempre gli stessi, controllavano il traffico che si era creato. Poi quando stavamo nella piazza davanti alla chiesa a un certo punto è arrivata una macchina della polizia. E' scesa una poliziotta donna, ha guardato tutto, la gente che c'era, poi se ne sono andati''. Cesarano si dice ''sorpreso'' del clamore suscitato da questo funerale: ''Era un boss ma alla fine era un uomo libero. Un boss di solito sta in carcere''.

CAPO DEI VIGILI -''Il gruppo Tuscolano ha ricevuto la comunicazione di un grande ingorgo sulla via Tuscolana, fuori dal raccordo anulare, ma in direzione centro città. A quel punto la sala operativa ha inviato una pattuglia per verificare le ragioni del blocco della circolazione" ha scritto in una nota il Comandante della Polizia Locale di Roma Capitale, Raffaele Clemente. "Gli agenti intervenuti hanno scoperto, in quel momento, che l'intralcio era dovuto alla presenza di un corteo funebre costituito da un carro con cavalli, nove furgoni con corone di fiori e almeno 250 auto".

ENAC - Intanto, l'Enac sta per disporre la sospensione cautelativa della licenza del pilota ai comandi dell’elicottero e ne sta dando relativa informazione alla Questura di Roma. "Non è stata data alcuna autorizzazione, da parte dell’Enac, al volo o al sorvolo della città di Roma", si legge in una nota.

ENAV - Il pilota dell'elicottero che giovedì ha sorvolato il quartier Tuscolano, durante i funerali di Vittorio Casamonica aveva "comunicato che il volo sarebbe terminato sull'elisuperficie Romanina senza spingersi più a Nord, oltre il GRA". Lo precisa l'Enav sottolineando che "pertanto il pilota ha effettuato una deviazione non prevista né comunicata".

PARROCO - Una commemorazione che "probabilmente sì, celebrerei di nuovo", dice a Sky Tg24 don Giancarlo Manieri, parroco della chiesa di Don Bosco a Roma. "Non ho avuto nessuna indicazione da parte della Curia. Che cosa dovevo fare? - chiede il parroco -. Io faccio il mio lavoro e faccio il parroco, non spettava a me bloccare un funerale. Ho saputo che avevano appiccicato dei manifesti, che sono stati tolti subito, perché me lo hanno detto i miei collaboratori; poi dicono che abbiano messo l’altro, con il vestito da Papa ma non l’ho assolutamente visto e non lo sapevo, perché non sono uscito".

I parenti di Vittorio Casamonica hanno dato alla parrocchia un'offerta di 50 euro, riferisce il parroco nel suo blog. "Tanto per rispondere a certe insinuazioni sui soldi. 'Quanto devo?'. 'Può fare un'offerta, se vuole'. L'offerta è stata di 50 euro (cinquanta non cinquemila)" scrive don Manieri. "Quanto al paragone con Welby non è congruo. In quel caso è intervenuto il Vicario del Papa, assumendosene la responsabilità e ordinando al parroco di non celebrare il funerale. Welby, se non vado errato, era non più considerato cattolico. A me nessuno ha detto nulla. Pregare per un morto, chiunque esso sia, non è proibito. Anche per Welby, del resto, i salesiani hanno pregato e molto e la chiesa è rimasta aperta tutto il giorno", prosegue. "Parce sepulto - aggiunge Don Manieri - dicevano gli antichi romani (cfr Virgilio, Eneide III, 41), che pure non erano così teneri con chi rompeva loro le scatole. Oggi pare non sia più di moda. Pazienza".

BINDI - "Indubbiamente sono scene molto preoccupanti, una risposta a quanti in questi mesi hanno parlato di esagerazioni o hanno addirittura negato la presenza della mafia nella capitale". Per la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi, intervistata dal Gr1, "è una ferita grave per l'Italia. Lo è in qualunque parte del Paese si verifichi. Quando però tutto questo accade nella capitale certo anche i riflettori del mondo sono più attenti".

DON CIOTTI - "Non va condannata solo la persona criminale, ma anche quanti si rendono complici, chi lascia fare". E' quanto chiede don Luigi Ciotti, fondatore dell'associazione contro le mafie 'Libera'. "Provo molta sofferenza, perché ancora una volta è un atto di arroganza, di forza verso le istituzioni, verso lo Stato. Non possiamo dimenticarci la falsa religiosità dei mafiosi: una religiosità di facciata, interessata soprattutto agli aspetti formali ed esteriori della fede - sottolinea don Ciotti a Radio Vaticana -. La mafia è incompatibile con il Vangelo e questa esibita religiosità di boss ferisce, ancora una volta".

ALEMANNO - Via Twitter, l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, a proposito della foto della famosa cena del 2010 che lo immortala con Salvatore Buzzi, Luciano Casamonica e l'attuale ministro del Lavoro Giuliano Poletti - e che da ieri sta rimbalzando sui social network - scrive: "Il funerale di Casamonica serve per strumentalizzare ancora una mia foto casuale con uno di loro".

SAVIANO- Su Twitter arriva anche il commento di Roberto Saviano, che ha postato anche l'ormai famosa foto della carrozza funebre con cavalli: "La chiesa che negò i funerali a Piergiorgio Welby ieri li ha concessi in pompa magna al capoclan Vittorio Casamonica''.

FICO - "Lo Stato s'indigna, s'impegna, poi getta la spugna con gran dignità #donraffaé #MafiaCapitale" scrive su Twitter il membro del direttorio M5S Roberto Fico, che cita la celebre canzone di Fabrizio De André per commentare le esequie di Casamonica.

TWITTER - La vicenda dei funerali del boss Vittorio Casamonica ha toccato molto l'opinione pubblica e di conseguenza la rete: in 24 ore sono piovuti su Twitter 31.357 messaggi e la notizia stata riportata su testate e siti news più di 9.590 volte, secondo quanto rilevato da Reputation Manager, principale istituto italiano nell'analisi e misurazione della reputazione online dei brand e delle figure di rilievo pubblico.

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