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Terrorismo: per Renzi no isterie, serve piano 'equilibrato' che parta da periferie

19 novembre 2015 | 19.42
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Il presidente del consiglio Matteo Renzi (Infophoto) - INFOPHOTO
Il presidente del consiglio Matteo Renzi (Infophoto) - INFOPHOTO

"Nè sottovalutazione, nè isteria". Anche oggi Matteo Renzi ripete le parole d'ordine che il governo si è dato nella risposta all'emergenza terrorismo. Serve "un approccio serio e rigoroso, forte ed equilibrato", scrive il premier nella sua enews, spiegando che "dobbiamo essere consapevoli che ci vorranno mesi, forse anni per sconfiggere l'agguato del terrore. Che non basterà insomma reagire sull'onda dell'emozione. Chi fa politica non può concedersi il lusso della superficialità".

E la risposta all'escalation estremista cui il premier sta lavorando dall'indomani dei fatti di Parigi appare tutto meno che una reazione "di pancia". Primo, per Renzi è essenziale l'unità del Paese. Già qualche giorno fa, al G20, una delle riflessioni a caldo nel dopo Parigi che Renzi faceva con i suoi collaboratori era proprio questa: "In altri Paesi, su certi temi, tutti si muovono un modo unitario. E' un punto di forza".

Per questo anche oggi Renzi ha rinnovato il suo appello alle forze politiche alla "massima unità", a non perdersi "in polemiche di parte e a "non strumentalizzare a fini elettorali il clima di questi giorni". Lo stesso premier aveva parlato del senso di responsabilità delle opposizioni nei giorni scorsi. Su questa linea in Parlamento si è mosso ieri e oggi il Pd, nel voto sul decreto missioni. A lungo si è cercato il modo di coinvolgere tutte le forze politiche, compreso il M5S anche su qualche emendamento. Alla fine la cosa è saltata, anche se un accordo con i grillini è stato per stoppare l'ostruzionismo.

governo al lavoro su emendamento a Stabilità, possibili fondi fino a 2-300mln

Alla fine, il tono del capogruppo dem Ettore Rosato era questo: "Un bel segnale è stata l'approvazione del decreto con una maggioranza ampia, al di là della compagine che sostiene il governo, confermando la necessità di dare risposte unitarie quando è in gioco e nel mirino la libertà e la sicurezza di tutti in Italia e nel mondo".

Sempre nello stesso spirito unitario, Renzi ha convocato per lunedì la Direzione del Pd 'ad hoc' con una relazione del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Poi, nella prossima settimana, il premier dovrebbe riunire ancora una volta i capigruppo parlamentari per avanzare l'annunciata proposta in termini di sicurezza. Un intervento su più fronti, a partire dalla 'cyber security' con un più accurato scambio tra banche dati anche per quel che riguarda i voli, che però punterà molto sull'aspetto culturale e sul recupero delle periferie. Una traccia del senso di marcia voluto dal premier c'è già, è nel decreto 'happy days' approvato dal Cdm la scorsa settimana con lo stanziamento di 100 milioni per impianti sportivi in periferia in concerto con il Coni.

Ma il nodo fondamentale della strategia di Renzi nel 'post Parigi' restano, ovviamente, i fondi. Per questo il governo è al lavoro su un emendamento da presentare alla Camera alla legge di Stabilità. Anche in questo caso, però, non si tratterà di una reazione "di pancia". La stabilità inizierà il suo iter a Montecitorio nella prima settimana di dicembre (dopo le Riforme). C'è tutto il tempo per studiare un intervento mirato e reperire i fondi necessari. Per adesso, si parla della possibilità di un intervento anche fino a 200-300 mln, da abbinare ai 200 già stanziati per il Giubileo, ma da spalmare ben oltre l'Anno santo e probabilmente da recuperare anche nelle maglie del bilancio aperte ieri da Jean Claude Juncker con l'annuncio dell'esclusione dal Patto delle spese per la sicurezza.

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