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Editoria: Mattarella, bene 100 caratteri ma lettura insostituibile

26 novembre 2015 | 19.15
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Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

"Le tecnologie innovative offrono grandi opportunità, ma non credo che cancelleranno i precedenti mezzi di comunicazione. La lettura sarà sempre insostituibile". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale una delegazione dell'Osservatorio giovani editori, guidato dal presidente Andrea Ceccherini, che quest'anno festeggia i quindici anni del 'quotidiano in classe', iniziativa che coinvolge due milioni 94 mila studenti, praticamente 8 su 10 rispetto al numero complessivo. "Una esperienza preziosa", ha sottolineato ancora il Capo dello Stato di "grande valore educativo e sociale, di partecipazione alla consapevolezza democratica, di dover costruire insieme agli altri il futuro del nostro Paese". Ma una modalità nella quale "il mondo dell'informazione trova un campo di verifica per stare al passo con i tempi, con i lettori di oggi ma anche di domani".

Infatti "i mezzi di comunicazione si moltiplicano e si diversificano". Tuttavia, ha messo in evidenza Mattarella, "non credo che d'ora in poi ci saranno soltanto immagini o espressioni di cento caratteri e frasi incompiute che sovente ci si scambia tra i giovani con gli strumenti della comunicazione tecnologica. Sono mezzi e modalità di espressione che arricchiscono le possibilità, ma credo che la lettura sarà sempre insostituibile, perché è la lettura che consente di più, qualunque sia lo strumento con cui si legge, una reale capacità critica e una reale possibilità di conoscere l'evoluzione e lo sviluppo della convivenza nel mondo". Tornando alle iniziative dell'Osservatorio, Mattarella ha definito "di grande intelligenza e utilità", l'idea di coinvolgere anche le università. "Ogni attività di studio comporta fatica -ha detto ancora- la fatica è richiesta anche dal confronto con gli altri, con le opinioni diverse. E' una fatica che arricchisce, perché confrontarsi con le opinioni di altri e farsi domande sulle proprie opinioni è un modo di arricchire se stessi e di crescere intellettualmente". "Sarebbe più facile seguire le mode, uniformarsi al pensiero in maniera critica, ma è molto più importante avere una capacità di spirito critico". Del resto, ha concluso il Capo dello Stato, "la libertà non è condizione individuale per soddisfare desideri personali, ma si realizza insieme agli altri, si realizza con senso di responsabilità, facendosi carico delle ragioni degli altri".

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