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Primarie Milano, il pubblicitario: "Il 'rubamazzo' tra i candidati può danneggiare il Pd"

19 gennaio 2016 | 15.59
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I candidati alle primarie di centrosinistra: in alto da sin. Balzani, Sala, Iannetta e Majorino
I candidati alle primarie di centrosinistra: in alto da sin. Balzani, Sala, Iannetta e Majorino

"La quotidiana corsa ad aggiudicarsi i titoli sui giornali o i 'like' su Facebook rendono la campagna dei candidati alle primarie una sorta di partita a rubamazzo elettorale che rischia di danneggiare il Pd". Ne è convinto Cesare Casiraghi, fondatore dell'agenzia di pubblicità Casiraghi Greco, che all'Adnkronos spiega: "Tutto ciò può costituire un difetto nella strategia di comunicazione dei candidati".

"Fatti salvi i programmi che, ad eccezione di quello di Beppe Sala, sono già presenti sui siti dei candidati e che sono più o meno allineati su una serie di temi - spiega Casiraghi - l'aspetto che, in termini di comunicazione, osservo in queste primarie è un battagliare a livello mediatico teso a prendere all'amo l’elettore più per la pancia che per la testa".

Vale a dire che "ciascuno dei candidati punta a colpire il cittadino-elettore attraverso la promessa di azioni specifiche, come le vie d’acqua, la riallocazione degli appartamenti sfitti, il pavé di via Torino". Tale comportamento, però, "tralascia i 'perché', della visione su Milano da parte dei candidati, gli obiettivi, le strategie".

Per Casiraghi "è un po' come se, nell’esporre le loro proposte, i candidati dessero per scontato che la vittoria alle primarie valga già l'elezione a sindaco. Evidentemente, però, non è così e il futuro sindaco dovrà comunque affrontare le elezioni amministrative". Per dirla in termini di marketing pubblicitario, "laddove il brand è il Partito democratico e i candidati alle primarie i prodotti, manca una 'strategia di marca'". Una situazione, cioè, con "tanti prodotti di uno stesso brand che si cannibalizzano l'un l'altro".

"Se intelligentemente studiata, invece - osserva Casiraghi - questa strategia potrebbe generare un complessivo beneficio per il Pd", specie "considerata l’assenza del centrodestra che ha deciso di non svolgere il medesimo tipo di test".

"A mio parere - conclude Casiraghi - i candidati dovrebbero confrontarsi su una griglia comune di temi, proponendo le proprie strategie per conseguirli e fornendo un'esemplificazione delle iniziative specifiche". Condividere visione e obiettivi "potrebbe aumentare la consapevolezza degli elettori e consolidare un vantaggio duraturo per il partito che, da li a poco con il candidato eletto alle primarie, dovrà misurarsi nella tornata elettorale vera e propria".

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