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Riforme Costituzionali, via libera dal Senato. Renzi: "Giornata storica"

20 gennaio 2016 | 18.49
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Foto dal sito del governo
Foto dal sito del governo

"Grazie, il Paese vi deve gratitudine istituzionale". Sono le parole di Matteo Renzi ai senatori prima che Palazzo Madama approvasse il Ddl Boschi con 180 voti favorevoli, 112 i contrari e un astenuto. Questo è l'ultimo voto sulle riforme istituzionali prima della pronuncia finale della Camera, l'ultima rimasta a norma della procedura di revisione costituzionale (ecco cosa cambia). "La storia della politica italiana si occuperà di questa giornata - ha detto Renzi - e sarà gentile con voi perché avete scelto di scrivere la storia e non solo di leggerla ". Ci hanno dato dei dilettanti - ha aggiunto -. Ma a me piace ricordare che i dilettanti hanno fatto l'arca di Noè, mentre i professionisti hanno fatto il Titanic".

Il discorso, prima del voto, è stato accolto con un minuto di applausi dai settori del centrosinistra. In aula, clima relativamente tranquillo, a parte qualche protesta dai banchi di M5S e Lega. Alla fine, i senatori di Sel hanno alzato dei cartelli con la scritta 'No', relativa al referendum confermativo sulle riforme, che sono stati fatti prontamente ritirare dal presidente del Senato Pietro Grasso. Un lungo applauso dell'emiciclo ha salutato l'ingresso in aula del senatore Sergio Zavoli, che ha preso il suo posto malgrado un infortunio, che lo ha costretto a giungere in sedia a rotelle ed è stato aiutato da alcuni assistenti parlamentari. Per questa sua presenza è stato salutato con particolare calore dal banco della presidenza, dallo stesso Pietro Grasso.

Non alterati equilibri costituzionali - "Non noi non tocchiamo il sistema dei pesi e dei contrappesi previsti dalla Costituzione" ha detto il premier. "Questa legge - ha aggiunto - non incide sul ruolo della presidenza della Repubblica e degli organismi di contrappeso, così come sono stati definiti dai costituenti nel '46. Questa legge cerca di rendere meno ingessato un sistema parlamentare che ha prodotto 63 governi in 70 anni, che ha legislatori di grandissimo livello ma che ha procedure così farraginose da essere unanimemente considerato ormai inadeguato", ha concluso il presidente del Consiglio.

Il referendum- "Prendo l'impegno esplicito: in caso di sconfitta ne trarrò le conseguenze, ma dico anche che, proprio per questo motivo, sarà affascinante vedere le stesse facce gaudenti di adesso, il giorno dopo il referendum, quando i cittadini con la riforma avranno detto da che parte stanno - ha detto Renzi -. I cittadini stanno dalla parte di chi ci crede, di chi ci prova, di chi non si limita a lamentarsi". "Come è possibile - ha continuato Renzi - non trarre le dovute conseguenze qualora non ci fosse un voto positivo al referendum costituzionale. E' finita la stagione dell'impegno politico fatto a prescindere dal consenso dei cittadini, Il potere che noi esercitiamo ha un senso se lo mettiamo in campo per cambiare l'Italia".

I ringraziamenti - Il premier ha ringraziato il ministro Boschi per "la sua straordinaria determinazione e tenacia in questo lungo iter", il presidente della prima commissione Anna Finocchiaro per il suo decisivo supporto" e il "senatore a vita Giorgio Napolitano" perché "se non ci fosse stato il suo discorso che tutti voi in Parlamento avete vigorosamente applaudito nell'aprile del 2013, non ci sarebbe questa riforma, non sarebbe in piedi questa legislatura".

Ipotesi rimpasto - "Venerdì il  rimpasto? Vediamo, ma comunque non sarà alle calende greche" ha detto il premier. 

Il rapporto con l'Europa - L'Europa, ha detto il premier, "è la più grande occasione se smette di parlare di austerità per provare a imboccare la strada della crescita".

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