Stefano Parisi e Beppe Sala, i due contendenti alla poltrona di sindaco di Milano, secondo i pubblicitari, sono due candidati di fatto intercambiabili e omologhi a livello di immagine. Nello specifico caratterizzati da una similare ‘awareness’, ovvero la percezione del pubblico a livello quantitativo e valoriale.
“Il loro percepito presso i milanesi -spiega Cesare Casiraghi, uno tra i più riconosciuti pubblicitari italiani- è omologo nella bassa riconducibilità alle rispettive casacche politiche. Ovvero non detengono un vissuto di partito e relativa caratterizzazione valoriale”. Per assurdo, osserva, agli occhi dell’elettore, potrebbero mediaticamente funzionare anche al contrario e invertirsi le parti, ovvero Parisi correre per il Pd e Sala per il Centrodestra senza particolari traumi sull’elettorato.
Questo introduce un elemento di particolare novità nelle prossime elezioni. “Nello specifico -commenta Casiraghi- per orientare il comportamento di voto, la comunicazione sarà principe laddove il necessario contenuto valoriale e l’appartenenza ad una determinata area o pensiero politico, che di fatto non sussistono in entrambi i candidati, saranno un artifizio di marketing".
Secondo Casiraghi è un po’ "come indurre un consumatore alla scelta di un fustino di detersivo piuttosto che un altro: il sapone è quello per entrambi. Si gioca tutto sull’etichetta e sulla pubblicità”. Fino ad oggi è generalmente stato il contrario: le strategie di comunicazione erano propedeutiche a meglio trasferire valori che originariamente risiedevano nel candidato e come tali già percepiti dagli elettori.