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Da 'arrivo, arrivo' a #ventiquattro, i primi due anni di Renzi

20 febbraio 2016 | 15.53
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Da 'arrivo, arrivo' a #ventiquattro. Impossibile celebrare i primi due anni del governo Renzi senza cercare le coordinate su Twitter. 'Arrivo, arrivo' era il tweet che il neo incaricato premier 'sfornava' direttamente dalle stanze del Quirinale, dopo un lungo incontro con Giorgio Napolitano il 21 febbraio 2014. La fiducia per il Renzi I arrivò pochi giorni dopo, prima al Senato (169 sì) e poi alla Camera (378 sì).

#Ventiquattro è l'hashtag celebrativo scelto dal governo per festeggiare i primi due anni di vita (ventiquattro mesi) dell'esecutivo guidato dal leader del Pd, che lunedì ha dato appuntamento alla Stampa estera per fare un bilancio. Si tratta di uno speciale che, tra immagini, numeri e 'cloud', fa il punto sul periodo 22 febbraio 2014-22 febbraio 2016. Due anni non certo semplici, con il Paese impegnato nel difficile periodo post crisi, in cui non sono mancati gli alti e bassi, con riforme promesse e portate a casa e altre ancora in attesa.

Lo stesso Renzi, pur ammettendo che ancora "c'è tanto lavoro da fare", indica spesso come esempio di questi primi due anni il Jobs act e la legge elettorale. Con le riforme istituzionali, a fine corsa in Parlamento ma sulle quali ancora pende il giudizio del referendum, sono certamente i provvedimenti simbolo del governo, con gli 80 euro e la Buona scuola. Fanno sempre 'tribolare', invece i dati sulla crescita (+0,8% nel 2015, che il governo raffronta con un -1,9 del Pil di "ieri") e sul debito pubblico (per ora ancora in salita) e che sono anche al centro delle ultime, decise, battaglie di Renzi in Europa.

Nel dettaglio, appunto, le riforme istituzionali che portano il superamento del bicameralismo perfetto, l'abolizione del Cnel e la riforma del Titolo V aspettano l'ultimo via libera della Camera in primavera (ma sarà un passaggio confermativo). Poi, nel prossimo ottobre, ci sarà il referendum. Come è noto, Renzi ha già annunciato che in caso di sconfitta "torno a casa". Già legge dello Stato è la riforma elettorale, l'Italicum che come ricorda sempre il premier "porta stabilità". Anche se il premio di maggioranza, alla lista, è sempre sotto discussione.

Il capitolo lavoro è stato affrontato dal governo sin dai suoi primi giorni di vita. Numeri alla mano, il tasso di disoccupazione nei due anni è arrivato all'11,4% (dal 12,4%) e tra i giovani è passato 43,6 al 37,9. Renzi sottolinea sempre il valore del Jobs act, la riforma del mercato del lavoro che ha introdotto i contratti a tutele crescenti e mandato in soffitta l'art.18. L'ultimo dato è quello dei 764mila nuovi tempi indeterminati nell'ultimo anno.

I critici sostengono che gli effetti positivi sul mercato sono, però, merito di un altro provvedimento del governo: lo sgravio dei contributi per le assunzioni indeterminate, che vanno a scalare. Sul Fisco (oltre agli sgravi sul lavoro) il governo Renzi ha introdotto diverse novità con un taglio di alcune tasse. La più nota è quella degli 80 euro per i lavoratori sotto i 1.500 euro (secondo il governo sono 10,4mln). Poi, da citare, c'è di certo il taglio dell'Irap, i super ammortamenti, i tagli per le tasse nell'agricoltura.

L'intervento più 'popolare', però, resta di certo l'abolizione della tassa sulla prima casa, per un totale di circa 4,6mld. Sempre nel settore fiscale, il governo ha introdotto la dichiarazione dei redditi precompilata (sono state 1,4mln), le fatturazioni digitali (sono state 23,2mln). Inoltre, Renzi stesso ha annunciato che il 2015 è stato "l'anno record nel recupero sull’evasione fiscale (quasi 15Mld €)". In questa chiave, tra i provvedimenti del governo c'è stata la voluntary disclosure e gli accordi tra Stati, come quello con il Vaticano.

Una delle bandiere del governo Renzi è poi la 'Buona scuola', la riforma che nelle intenzioni del governo intende superare il 'supplentificio'. L'ultimo tassello è il concorso per gli insegnanti dopo che il Cdm ha dato il via libera alla riforma delle classi di concorso: "Andremo a bandire un concorso per 63.712 insegnanti", ha annunciato il premier. I conti pubblici sono, invece, il settore più controverso per il governo, con la ripresa che stenta a decollare in modo sicuro.

La crescita del Pil viene data a 0,8 nel 2015, mentre per quest'anno la stima resta dell'1,4%, anche se diverse fonti, dalla Commissione Ue all'Osce tendono al ribasso (fino all'1%). Il punto dolente resta il debito pubblico, che ancora a dicembre è risultato in salita a 2.169mld. Per quel che riguarda, invece, il rapporto deficit/Pil non è in discussione il tetto del 3%, visto che resta al 2,5%: "Il più basso degli ultimi dieci anni", come ha sottolineato Renzi. Il pareggio, però, slitta al 2018.

L'elenco degli interventi del governo per i primi due anni resta comunque lungo, a partire dalla complessa riforma della Pa (che spazia dalle nuove norme per il licenziamento dei 'fannulloni', all'accorpamento della Forestale ai Carabinieri, passando per il taglio delle partecipare alla) al discusso capitolo della revisione della spesa.

A questo proposito, il ministero dell'Economia ha appena risposto ad alcuni dubbi sollevati dalla Corte dei Conti spiegando che "tra 2014 e 2015 il governo ha preso iniziative per la revisione della spesa che hanno determinato risparmi per 18 miliardi. E insieme ai provvedimenti della legge di stabilità 2016 si realizzano risparmi per 25 miliardi nell'anno in corso". Ancora, dopo alcuni slittamenti dovrebbe vedere alla luce a breve la Banda larga, dopo che Stato e Regioni hanno trovato un accordo per i 3,5mld da qui al 2020 da investire in 7.300 comuni.

Altri settori, nella giustizia oltre alla responsabilità civile dei magistrati è stato avviato lo smaltimento dell'arretrato nella giustizia civile (il governo quantifica in 5,6mln "ieri" contro i 4,2mln "oggi"). Per l'anticorruzione è stata, tra l'altro, istituita l'Autorità con alla guida Raffaele Cantone, mentre per i manager pubblici è stato introdotto il tetto agli stipendi a 240mila euro. Nella Cultura, il governo rivendica il boom di visitatori nei musei: oltre 43mln di ingressi e circa 155mln di incassi secondo i dati forniti dal ministro Dario Franceschini. Ancora sotto i riflettori, e discussa, è la riforma delle Bcc approvata in uno degli ultimi Cdm.

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