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Referendum trivelle, Boccia: "Surreale il dibattito sulla durata delle concessioni"

16 aprile 2016 | 11.55
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Francesco Boccia (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Francesco Boccia (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Sul referendum delle trivelle è in atto un dibattito "surreale". Non si parla di industria e si utilizzano in maniera "demagogica" alcune tesi. Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia in un'intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno interviene nel dibattito sul voto di domenica: "Avrei votato sì se non ci fossero state le modifiche volute dal Governo nell'ultima legge di stabilità. Quelle modifiche hanno dimostrato una visione industriale con una seria attenzione alle questioni ambientali. Ero e resto contro nuove trivellazioni nell'Adriatico anche per valutazioni industriali - ha detto Boccia - Qui siamo oltre, siamo all'utilizzo demagogico di alcune tesi. E di industria non si parla più. Al tempo dello shale gas negli Usa e con il ritorno dell'Iran nell'arena globale, ipotizzare nuove perforazioni nell'Adriatico non aveva un gran senso economico. Nello stesso tempo non possiamo trasformare l'Eni, la più grande azienda di stato italiana, in un nemico da abbattere. È da incoscienti, è stupido".

"Com'è noto - ha proseguito Boccia - con la legge di stabilità 2016 e con l'ammissibilità da me sottoscritta dell'emendamento del governo è cambiato tutto: mai più nuove trivellazioni nell'Adriatico. Trovo surreale un dibattito per decidere la durata delle concessioni. Penso che questa debba essere una prerogativa del Governo di turno. Altrimenti che idea è questa della funzione legislativa e delle responsabilità di Governo? Qui si tratta solo di stabilire se le perforazioni dovranno avere una scadenza prefissata oppure se termineranno con l'esaurirsi del giacimento. Io penso che sia più giusto fissare un termine, ma con legge dello stato. Stando così le cose comprendo la strategia politica di chi indica la strada del non voto. Non esiste in nessuna democrazia al mondo la coercizione al voto in un referendum. Il quorum rende legittima la non partecipazione".

Boccia ha poi evidenziato come la questione non interessi direttamente la Puglia. "A noi pugliesi non tocca in alcun modo vicende esistenti o future. Trovo anche legittimo che qualcuno voglia utilizzare il referendum per contrastare l'azione del governo però ci vorrebbe l'onestà di ammetterlo - ha continuato Boccia nell'intervista - l'opposizione al premier si fa nei congressi di partito per quanto riguarda la leadership politica e alle elezioni per il ruolo istituzionale. Poi chi governa a tutti i livelli ha il dovere della gestione della cosa pubblica nell'esclusivo interesse dei cittadini. Quando si capirà questo la democrazia italiana sarà diventata matura".

"Prodi e Napolitano da padri della patria sono stati trasformati da questo uso penosamente demagogico in traditori. Ma come si fa a far politica così. - ha affermato ancora Boccia - Da questo punto di vista ha perfettamente ragione Romano Prodi sulle politiche industriali, mentre sono totalmente d'accordo con Giorgio Napolitano sul rispetto che si deve a chi non voterà. Votare è un dovere ma nello stesso tempo molti dimenticano che è anche un diritto e su un referendum con quorum, non rispettare il diritto di chi decide se andarci o meno lo trovo francamente bizzarro".

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