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25 aprile, Mattarella: "E' sempre tempo di Resistenza"

25 aprile 2016 | 09.04
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Sergio Mattarella (Fotogramma)
Sergio Mattarella (Fotogramma)

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto stamane all'Altare della Patria dove ha reso omaggio al Milite ignoto in occasione della Festa della Liberazione. Ad attendere il Capo dello Stato il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che lo ha affiancato nel passare in rassegna il picchetto d'onore delle Forze Armate. Ai piedi del Vittoriano, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il presidente del Senato Pietro Grasso, il vice presidente della Camera Simone Baldelli, il presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi.

Al termine della cerimonia, Mattarella è volato in Piemonte, a Varallo Sesia (Vercelli), dove ha partecipato, al Teatro Civico, alla cerimonia per i 71 anni dalla Liberazione, mentre Renzi si è recato ad Hannover per partecipare al vertice informale sul terrorismo e immigrazione. Grasso andrà A Reggio Emilia, mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha partecipato alle celebrazioni in piazza Matteotti a Genova.

"In queste valli con il sacrificio del sangue è stata scritta la parola libertà". Ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, celebrando nel Teatro di Varallo, in Valsesia. "E' sempre tempo di resistenza - ha aggiunto il Capo dello Stato. I caduti per la libertà, ha continuato, "ci dicono che è possibile dire no alla sopraffazione, alla violenza della guerra e del conflitto, che è possibile dire no all'apatia, al cinismo, alla paura.Ci dicono che esistono grandi ideali e sogni da realizzare per cui vale la pena battersi e che esistono buone cause da far trionfare. Innanzitutto - ha affermato Mattarella - la causa della verità" come invocata a suo tempo da Oscar Luigi Scalfaro "in opposizione a tesi revisioniste di comodo".

"Qualcuno osserva - ha proseguito Mattarella - che senza il contributo delle forze alleate la Liberazione sarebbe stata assai più aspra e dagli esiti incerti. L'unione delle democrazie fu decisiva, ma per la nostra libertà fu decisivo anche il contributo del nostro popolo . La Resistenza era nel cuore degli italiani prima ancora che nel loro impegno ".

"La Resistenza e la Repubblica, insieme con i movimenti di lotta antifascista degli altri Paesi europei - ha continuato -, sono diventati storia e identità del nostro popolo. Hanno generato un ordinamento costituzionale che ci ha permesso di sviluppare diritti, opportunità, responsabilità diffuse. Oggi questa sfida riguarda l'Europa: per svolgere i suoi compiti è necessario che si consolidi un ordinamento europeo in grado di farne davvero un soggetto attivo di cooperazione e giustizia nel mondo globalizzato ". Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento a Varallo per il 25 aprile Festa della Liberazione.

"Nella storia comune che abbiamo saputo costruire in questo dopoguerra - ha proseguito - è legittimo e giusto guardare ai contrasti che ci hanno accompagnato con la saggezza della corresponsabilità di cui ci siamo caricati. Il 25 aprile 1945 e i giorni immediatamente successivi segnarono il ritorno alla democrazia in Italia, la sconfitta del nazifascismo in tutta Europa, la possibilità che il nostro Paese e tutta l'Europa sviluppassero in pace".

"C'è motivo di festa, dunque, oggi per la rifondata identità italiana ed europea, per fare memoria della insurrezione generale proclamata dal Comitato nazionale di Liberazione Alta Italia, che portò a scacciare il nemico dalle principali città del Nord. Una festa che appartiene a tutti gli italiani amanti della libertà".

"A noi spetta il compito di continuare, di allargare il sentiero della concordia dentro l'Unione Europea e ovunque l'Europa può far sentire la sua voce e sviluppare la sua iniziativa. Le missioni di pace della comunità internazionale, alle quali responsabilmente partecipiamo, stanno a testimoniare la nostra sensibilità e la nostra coerenza", ha sottolineato il presidente Mattarella.

"Non ci può essere - ha avvertito - pace soltanto per alcuni e miseria, fame, guerre, per altri: queste travolgerebbero anche la pace di chi pensa di averla conseguita per sempre. Di questo dobbiamo essere consapevoli e dobbiamo operare di conseguenza. Come non sostenere la battaglia della Liberazione dei popoli, anzitutto dal terrorismo, che affigge e destabilizza interi Paesi dell'Africa e del Medio Oriente e si riverbera in Europa?".

"Come reagire - ha continuato - alle ingiustizie e alle violenze se non, ancora una volta, attraverso la tenace costruzione di un ordinamento internazionale che applichi il principio fondamentale della Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo: tutti gli uomini sono uguali'? Il patto di cittadinanza determinato dalla scelta repubblicana ci ha permesso di crescere in coesione sociale, affrontando sfide, anche drammatiche, in questi sette decenni, eppure oggi è necessario essere consci che è la dimensione internazionale, a partire dall'Unione Europea, quella in cui vengono messi alla prova i motivi ispiratori della nostra convivenza".

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