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Dai trench ai 'button-down', il look dei candidati sindaco a Roma

29 aprile 2016 | 18.35
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Virginia Raggi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Virginia Raggi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Vizi e vezzi dei candidati sindaco alla guida del Comune di Roma. I trench vintage di Virginia Raggi, i leggings e i tacchi altissimi di Giorgia Meloni, presto mamma, il blu d'ordinanza di Alfio Marchini, le camicie 'button-down' di Roberto Giachetti (quelle indossate negli anni '50 da Paul Newman, Cary Grant e Fred Astaire), gli impeccabili completi di Francesco Storace, il più classico. E' partita, da settimane, la campagna elettorale dei candidati alla poltrona di sindaco in Campidoglio. Non hanno nulla in comune, naturalmente.

Divergono sul credo politico e sulla molteplicità di proposte. Stessa idea, invece, sul look, quasi una divisa d'ordinanza. Come se l'abito, un tempo specchio della personalità, fosse improvvisamente caduto in disuso. E' importante non apparire. Tutto deve essere meravigliosamente sobrio, senza perdere nulla in stile ed eleganza.

Virginia Raggi va in tv con 'petite robe' (spesso nere) e giacchini corti, lunghi capelli, sempre curatissimi. Quando è in giro per la città preferisce trench beige stretti in vita, stivali e scarpe basse, enormi borse, molto capienti. Immancabili gli occhiali scuri, grandi come quelli indossati da Audrey Hepburn in 'Colazione da Tiffany'. Un po' Penelope Cruz, un po' Rossella Brescia.

Anche il bell'Alfio (Marchini) punta sulla sobrietà. Altissimo, un fisico da sportivo, il volto scavato (è stato soprannominato il 'Ridge' dei romani), campione di polo, attività che ha praticato a livello agonistico, con tanto di premiazione, molti anni fa, dalle mani di sua maestà la regina Elisabetta. Il suo colore preferito è ilblu (forse in ricordo degli anni trascorsi all'Istituto Massimo e al S. Giuseppe de Merode).

Raramente in tv o in campagna elettorale lo si è visto con la cravatta (troppo cheap, banalmente ordinaria?). Giacca blu, camicia azzurra (raramente bianca), polo in cachemire blu. E se Alfio Marchini decide di indossare la camicia è rigorosamente aperta, senza bottoni, senza gemelli. Un amabile vezzo, al quale l'ingegnere romano, erede di una dinastia di costruttori, non ha mai abdicato.

Unica concessione il taglio dei capelli. Più lunghi all'inizio (imitatissimo da Crozza nel suo 'Paese delle meraviglie'), col tempo e forse con una maturità diversa i capelli si sono accorciati. E' rimasta la chioma, non più corvina. Oggi sale e pepe.

Nulla da eccepire su Francesco Storace. Di una eleganza compassata nei suoi completi giacca e cravatta, come del resto anche lo stesso Stefano Fassina. Unico vezzo per il rappresentante di SI, quando è in giro per incontri o per partecipare alla campagna elettorale, uno zaino che porta con disinvoltura adolescenziale e la giacca, che toglie per rimanere in camicia e cravatta ed essere più libero di muoversi e parlare.

Guido Bertolaso ha abbandonato ieri la corsa verso il Campidoglio. Anche per lui pull carta da zucchero, come quello che indossava quando era alla guida della Protezione civile, camicia e pantaloni fresco di lana grigio.

Accanto alla Raggi l'altra candidata donna è Giorgia Meloni. Dimagritissima negli ultimi anni (''oltre 15 chili - raccontò - ma che fatica a non mangiare e fare ginnastica...''), look più curato, capello biondissimo e occhio sempre più azzurro e penetrante. Sembra si sia affidata ad un look maker dopo aver visto la sua foto, quando divenne ministro della Gioventù (era il 2008) con il governo Berlusconi. Impietoso il confronto con Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna.

Da quel giorno Giorgia Meloni decise di voltare pagina. La maternità le ha donato. Il viso è radioso e luminoso. Anche lei in divisa premaman. Leggings, camicie in seta (nere, bianche o azzurre), tacchi altissimi. La stessa grinta di sempre, la stessa passione. Roberto Giachetti si è presentato dinanzi ai suoi elettori, sin dalle prime volte, con casco e moto. Ha girato senza macchina e senza scorta. Il suo stile? Uno 'street style' che armonizza (o disarmonizza) giacche e camicie button-down, jeans e scarpe in camoscio. La voce calda, accogliente, da speaker radiofonico o doppiatore cinematografico.

''Dalle signore della politica, Virginia Raggi e Giorgia Meloni, sino a Francesco Storace, Stefano Fassina, Roberto Giachetti, Alfio Marchini, non è un caso che i candidati sindaco per il Comune di Roma abbiano scelto il low profile per la loro campagna elettorale legato sicuramente alla crisi che attanaglia la nostra città, forse per dare più spazio alle idee, ai progetti'', ha spiegato all'Adnkronos Stefano Dominella, ad della maison Gattinoni, presidente della sezione tessile-abbigliamento di Unindustria.

''Linguaggio e dialettica regnano sovrani, dunque, sull'abito. Mai troppo esibito, mai sfrontato - ha aggiunto - Anche quella una forma di civetteria''.

Stefano Dominella è convinto che il più elegante rimane sempre Francesco Storace. ''E' un uomo che, nella sua sobrietà, ha uno stile che negli anni è sempre stato uguale a se stesso - ha continuato - Completi impeccabili e belle cravatte per dar luce all'abito. Mi piace Alfio Marchini. E' un imprenditore di successo. Sa che il blu gli dona''.

''Le camicie sbottonate? Un vezzo, molto snob - ha proseguito Stefano Dominella - Solo alcune grandi personalità potevano permetterselo, come l'avvocato Agnelli''.

Secondo l'ad della maison Gattinoni anche ''Roberto Giachetti è in stile con la sua storia di uomo di sinistra. A mio avviso tutto è pensato per non essere connesso, uno stile apparentemente dimesso, ma forse studiato. Auspico che il prossimo sindaco, sia uomo o donna, possa vestire ed esibire abiti made in Italy, una delle eccellenze del nostro Paese di cui essere orgogliosi''.

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