Alla Camera è arrivato "Boss", il falco spaventa-piccioni. Si chiama proprio così il rapace che ha fatto la sua comparsa per qualche ora nel cortile di Montecitorio. Lontano da occhi indiscreti, l'occhio suo è bastato a tenere lontani gli altri uccelli che da anni la facevano da padroni, abbeverandosi e bagnandosi alla fontana, appollaiandosi sui cornicioni e, ogni tanto, come lo scorso 4 marzo, introducendosi persino nel Transatlantico, lasciando visibili tracce del passaggio.
Per quanto potenzialmente ispiratore in fatto di lungimiranza e ambizione a volare alto per i rappresentanti del popolo (e magari a dismettere i panni dei tristi 'gufi'), "Boss" non sarà una presenza stabile nel palazzo. In realtà, a quanto si è potuto capire, è stato funzionale a far volare via i piccioni che si trovavano nello spazio aperto del Palazzo, (quello che divide l'ala berniniana dall'ala liberty di Basile).
Sulla sommità del quale, a quel punto, è stata stesa una rete a maglie abbastanze strette, impenetrabile ai piccioni e ogni altro pennuto attratto dalla politica, ma non così fitte da oscurare il cielo sopra Montecitorio, e anzi, quasi invisibile. E già oggi, ai cronisti in servizio, è stato possibile verificare l'inutile sforzo di qualche isolato colombo che ha dovuto cabrare per non finire sulla rete. Merito, dunque, di "Boss", il falco scaccia-piccioni, se ora il cortile, già definito spesso un acquario di politici e giornalisti avulsi dalla realtà, smetterà di essere anche un po' voliera.