Non ha convinto. La difesa di Federico Pizzarotti, messa nero su bianco nelle controdeduzioni inviate ai vertici e rese note in una conferenza stampa e su Fb, non hanno fatto cambiare idea ai vertici del Movimento. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti autorevoli, l'espulsione del sindaco parmense resta sul tavolo, anche se restano incerti i tempi del 'cartellino rosso'.
C'è infatti incertezza sui tempi dell'espulsione. La tesi più accreditata, nei Palazzi romani, è che il verdetto sul futuro di Pizzarotti nel M5S venga congelata e rinviato al post voto, per evitare contraccolpi alle urne. I parlamentari tengono il profilo basso: "ora siamo concentrati sulle amministrative", tagliano corto con chi chiede del futuro del sindaco di Parma.
Ma la decisione finale, che farà scattare l'espulsione, non nasce a Roma bensì corre sull'asse Genova-Milano. "Grillo voleva espellerlo per direttissima già dieci giorni fa - spiega all'Adnkronos una fonte molto vicina al leader del Movimento - se il sindaco gli fa saltare i nervi, Beppe ci impiega un minuto a pigiare il tasto 'eject'".