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Brexit, rettore Roma Tre: "Un danno per gli studenti europei, inglesi fuori da Erasmus"

24 giugno 2016 | 13.56
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"La Brexit è un danno concreto e d’immagine per tutti gli studenti universitari d’Europa. La generazione Erasmus, nata e cresciuta in Europa, ora vedrà venir meno la sua componente inglese. Un vero peccato". Così Mario Panizza, rettore dell’Università degli Studi Roma Tre, commenta l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

"Dalle prime analisi, emerge che i giovani hanno votato ‘no’ all’uscita, testimoniando la netta distinzione tra le generazioni che hanno vissuto prima e dopo il varo del Progetto Erasmus - aggiunge - Così come hanno votato ‘no’ più le città cosmopolite, che pure avrebbero dovuto risentire maggiormente del fenomeno migratorio, rispetto alle zone rurali".

Il rettore Panizza sottolinea inoltre che "grazie anche all’esperienza internazionale europea si è determinata una maggiore facilità negli scambi e una forte riduzione dei costi".

"Con Erasmus non hanno più viaggiato per l’Europa solo i ricchi - aggiunge Panizza - E il programma per la ricerca e l’innovazione europea Horizon 2020 ha liberato una quantità di risorse destinate alla ricerca incomparabile con quella di cui avrebbe potuto disporre ciascun singolo stato membro".

"Anche di questo i giovani inglesi non potranno più beneficiare - conclude - Da oggi la generazione Erasmus, che anche grazie alla mobilità intereuropea si è conquistata negli anni posti di rilievo in ambito culturale, scientifico e nella gestione della cosa pubblica, avrà una componente in meno: i giovani britannici. Allo stesso tempo non sarà più consentito agli studenti europei di avere scambi con i loro colleghi inglesi. Brexit determinerà un depauperamento in termini culturali e scientifici".

GIANNINI - "Oggi l'Inghilterra ha scelto di lasciare l'Unione Europea, una scelta che va rispettata perché è quella della maggioranza del popolo britannico - dice in un'intervista all'Adnkronos il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini - I giovani britannici avrebbero scelto di restare e questo è un dato importante e che ci incoraggia''.

''Credo che l'Europa dell'Erasmus, della collaborazione scientifica, del grande progetto visionario di mobilità, di scambio tra tutti i Paesi, a tutti i livelli - sottolinea Giannini - avrà la meglio e forse ora è il momento di rilanciare questo tipo di progetto''.

''La mobilità è ormai un progetto che riguarda tutte le università europee e quindi anche quelle italiane e non solo con i Paesi membri dell'Unione - continua il ministro dell'Istruzione - Esiste un Erasmus internazionale a questo punto la Gran Bretagna entrerà all'interno di un circuito che non è più quello europeo ma extra europeo, e quindi saranno necessari degli aggiustamenti tecnici per regolare questa mobilità - conclude - ma l'orizzonte e l'ansia di scoperta, di conoscenza e di contatto dei nostri giovani non si ferma a Brexit''.

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