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Brexit, Renzi: "Se Ue si smuove è grande occasione"

27 giugno 2016 | 11.22
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"Rispetteremo quello che dicono i britannici ma l'Ue deve smuoversi perché se si sta un anno ad aspettare perdiamo le sfide con le priorità del nostro tempo". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nelle sue comunicazioni al Senato. Ciò che è avvenuto in Gb può essere la più grande occasione per l'Ue se smettiamo di stare sulla difensiva - ha rimarcato - L'Italia farà la sua parte, il compito dell'Italia è dare una mano a costruire ponti".

Renzi ha spiegato che "le ragioni per cui abbiamo criticato dall'interno le istituzioni europee sono rese più forti dall'espressione del popolo britannico". "Siamo di fronte a una vicenda storica, chi cerca di minimizzare o di strumentalizzare commette un errore politico", ha sottolineato il premier che ha anche ammonito: "Se il popolo vota e altrove si cerca di mettere una pezza su ciò che il popolo ha deciso, si mina il gioco democratico".

L'Unione europea, ha avvertito ancora, "tutto può fare tranne che aprire un anno di discussione sulle procedure dopo aver discusso un anno sulle trattative. Così si perde di vista il messaggio del referendum inglese".

Secondo Renzi, "quello che manca oggi è la consapevolezza della gravità della situazione: non vorrei che si potesse pensare di far finta di niente o immaginare un percorso di riflessione molto, molto lungo, magari in attesa di un nuovo referendum".

Ora, è l'esortazione del presidente del Consiglio, la famiglia dei partner che hanno sempre creduto nell'Europa, devono trovare "la grinta, la lucidità e l'intelligenza" per operare in favore di un'Europa che "si occupi di più di questioni sociali e un po' meno di burocrazia" e che sia capace "di generare speranze e non solo paure".

Per Renzi, "questo è il momento di trarre insegnamento per riportare l'Ue alla sua forte identità, un'Ue che combatte una battaglia di giustizia sociale, non solo burocratica". E "quello che si apre domani è un vertice europeo che dovrà essere concentrato sul rilancio dell'Ue e non solo sulle procedure di uscita del Regno Unito".

Renzi parla anche del voto spagnolo. "Alcuni Paesi, penso alla Spagna, tornano a votare dopo sei mesi e non hanno un Paese governabile. Fa pensare che a inizio legislatura usassimo il benchmark spagnolo per avere una chiara governabilità. Oggi invece - rimarca - il sistema spagnolo per la seconda volta in sei mesi è a un bivio: o si fa una coalizione di tre dei quattro partiti o ci si condanna alle terze elezioni in un anno". Con le votazioni a ripetizione, sottolinea Renzi, "il risultato non cambia, ma l'affluenza diminuisce, perché viene meno la fiducia".

Il premier interviene poi alla Camera. "Crescita e investimenti, meno austerity e burocrazia. Questa è la linea che portiamo avanti da due anni, prima in beata solitudine, poi con più consenso. Oggi siamo davanti a un bivio - avverte Renzi - L'Europa deve parlare anche a quei giovani che hanno votato per il remain".

"Mettendo per un attimo da parte Le Pen o Farage, è venuto il momento di far sentire insieme la voce dell'Italia. Mi riferisco all'Europa sociale, all'Europa della crescita - sottolinea il presidente del Consiglio - Dalle prossime ore l'Italia farà tutto quello che può fare, a cominciare dal vertice di Berlino. Andremo al confronto con le idee che ci hanno caratterizzato in questi anni".

"Penso sia ora di provare insieme a far sentire la voce dell'Italia indipendentemente dalle posizioni nazionali" aggiunge il premier, rivolgendosi "in particolar modo a quelle forze politiche che credono nelle grandi famiglie europee".

Poi, parlando con i cronisti alla Camera, su un eventuale rinvio del referendum sulle riforme costituzionali Renzi dice: "Non decido io quando si fa il referendum. Il referendum ha dei tempi che non decide il governo: da cinquanta a settanta giorni" dalla decisione della Cassazione. "Quindi il periodo è quello", ovvero ottobre.

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