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Forza Italia, scoppia il caso Parisi: domani vertice ad Arcore con 'processo' al manager

21 luglio 2016 | 17.21
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(Fotogramma)
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Non c'è pace in casa Forza Italia. La voce, sempre più insistente, di Stefano Parisi prossimo coordinatore unico del partito, su indicazione di Silvio Berlusconi, ha creato nuove tensioni e malumori tra le correnti. A cominciare dal cosiddetto asse del Nord, che fa capo a Paolo Romani, Maria Stella Gelmini e Giovanni Toti. Tensioni alimentate anche dall'intervista dello stesso Parisi a 'La Stampa', dove il manager di 'Chili Spa' lancia l'idea di un'Assemblea costituente a settembre per le riforme "per non disperdere l'esperienza fatta a Milano" e, di fatto, scende in campo per la leadership del centrodestra che sarà.

Le parole dell'imprenditore sono suonate come una sfida alle orecchie dei vertici azzurri, capigruppo in testa, proprio alla vigilia del vertice 'allargato' di domani ad Arcore convocato da Silvio Berlusconi con lo stato maggiore forzista per fare il punto della situazione sul futuro del movimento forzista, il nodo delle alleanze e il rapporto con il governo Renzi, tra voci di Nazareno bis e inciuci, in vista della battaglia referendaria sul ddl Boschi.

Un summit che potrebbe trasformarsi in un vero e proprio 'processo' al promotore del cosiddetto modello Milano. Tant'è che girano rumors su un possibile slittamento. Già la settimana scorsa, raccontano, il Cav avrebbe iniziato a parlare di Parisi come la persona giusta a cui affidare le redini di Fi in questa fase, suscitando la reazione di vari big, preoccupati da una sorta di commissariamento.

La sostanziale 'discesa in campo' di oggi e l'attivismo di questi mesi del manager, poi, avrebbero aperto il 'caso'. C'è chi, infatti, considera l'eventuale promozione di Parisi una sconfessione della gestione attuale. C'è chi, invece, bolla come ''irrispettosi i modi e i tempi della sua discesa in campo nei confronti di Berlusconi, unico leader indiscusso'', e chi ci vede un 'pericoloso precedente' per la corsa alla leadership del centrodestra e si affretta a invocare le primarie per la scelta di qualsiasi candidato.

Ma c'è pure chi interpreta "l'uscita di Parisi un'autoproclamazione" e invita alla cautela, visto che "Berlusconi ragiona su varie opzioni, come sempre, e Parisi è una di queste, ma tra il dire e il fare...''. Domani, dunque, a Villa San Martino, si annuncia un summit di fuoco. Per la prima volta 'allargato', da quando il Cav è rientrato ad Arcore per completare la riabilitazione dopo l'operazione al cuore. Ci saranno, oltre a Valentino Valentini e Sestino Giacomoni, i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani con i vice; Giovanni Toti, Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini, Antonio Tajani, Maurizio Gasparri e Altero Matteoli.

In attesa del vertice, il clima interno resta infuocato. Michaela Biancofiore è tra le prime a commentare la 'discesa in campo' di Parisi: ''Sono contenta se vorrà assumere il complicato ruolo di coordinatore della neo-Forza Italia, nella speranza, che un manager di successo come lui voglia valorizzare tutte le energie interne del partito e in Parlamento, recuperare le persone di spessore che abbiamo perso per strada ma non i voltagabbana di professione, ripristinare regole e dunque il concetto di merito che genera entusiasmo".

Gianfranco Rotondi trova ''incomprensibile la sua pretesa di guidare il centrodestra" e avverte: ''Da amico di Berlusconi e presidente di Rivoluzione Cristiana comincio a vivere con disagio le continue fughe in avanti di Forza Italia su una successione velleitaria, irrispettosa e indifferente al percorso personale di Berlusconi".

Sulla stessa linea Luca Squeri, coordinatore azzurro della provincia di Milano: "Parisi ha le carte in regola per ambire a un ruolo di candidato premier, ma nello stesso tempo sottolineo, a mio avviso, che per un centrodestra unito, il candidato finale non potrà uscire che dalle primarie. Leggendo oggi l'intervista di Parisi vedo più una sua candidatura a fare il premier del centrodestra, piuttosto che il coordinatore unico di Forza Italia. Anche perché Fi non la cita...". Che pensa del manager Parisi alla guida del partito? "Fi è Silvio Berlusconi, bisogna aspettare lui'', taglia corto Squeri.

Per l'ex ministro Nunzia De Girolamo "Fi è Berlusconi e Berlusconi è Fi: pertanto, tutto ciò che deciderà il nostro presidente, per me è legge". E ancora: ''Non ho interpretato l'intervista di Parisi come un'autoproclamazione, né un'autocandidatura a premier del centrodestra. Sicuramente, Parisi ha fatto una campagna elettorale che tutti hanno definito 'modello Milano'. E avendolo tirato in ballo come modello ideale del centrodestra del futuro, è evidente che oggi Parisi provi a dare seguito a tutta l'attività e all'entusiasmo messo in campo durante la campagna elettorale".

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