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Mattarella: "Dopo Brexit rilancio Ue e non appiattimento"

18 agosto 2016 | 18.00
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Sergio Mattarella (dal sito del Quirinale)
Sergio Mattarella (dal sito del Quirinale)

"L’Unione europea non può ritrarsi dalle sue responsabilità e il cosiddetto metodo intergovernativo nelle decisioni non può surrogare il valore democratico delle istituzioni europee, specie del Parlamento di Strasburgo. Tanto meno questo può avvenire dopo la decisione nel referendum britannico che richiede un rilancio dell’integrazione e non una sorta di appiattimento sulle resistenze che hanno condotto a quel risultato negativo". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della sua Lectio degasperiana 2016.

"Alcide De Gasperi - ha ricordato il Capo dello Stato - è uno dei Padri dell’Unione europea. Il suo non fu soltanto l’europeismo di chi cercava una sponda politica e commerciale internazionale, non fu un universalismo da vecchia Società delle Nazioni: esso aveva invece radici culturali e politiche molto profonde, che divennero la preoccupazione centrale degli ultimi anni della sua vita, tra il 1950 e il 1954, anni talvolta anche ingrati, quando affrontò momenti difficili".

"De Gasperi - ha ricordato Mattarella - aveva vissuto la crisi dei grandi imperi. Come altri grandi leader del Novecento aveva avvertito la stagione dei totalitarismi, non soltanto come una sconfitta politica, ma anche come una crisi di civiltà. Conosceva perfettamente il gioco politico tra le nazioni e, sull'esperienza del dopo primo dopoguerra, non si illudeva che, senza un impegno stringente, sarebbe automaticamente prevalsa la logica della pace e della cooperazione tra i popoli".

"Era convinto, a ragione, che il mondo germanico e il mondo latino avessero entrambi da guadagnare nello stare vicini e che il mondo anglosassone e americano rappresentasse il miglior esempio al mondo di lungimiranza democratica".   

"Sperimentata la strada di una Unione doganale italo-francese che rilanciasse una missione dei Paesi latini nel mondo, De Gasperi si mosse decisamente sulla via della integrazione occidentale, nel cui ambito la dimensione europea avrebbe ben presto acquisito rilievo. De Gasperi intuiva che l'Europa non era una prospettiva da tempi ordinari ma per tempi straordinari e per leader autentici e che, se si fosse lasciato passare troppo tempo, l'assestarsi del quadro economico internazionale e lo stesso venir meno della fase più dura della guerra tra i blocchi, avrebbe risospinto le nazioni europee nelle braccia di politiche nazionaliste ed egoiste".

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