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Cossiga, Ludovico Ortona: il 'Diario' per far conoscere l'uomo oltre il Picconatore

29 settembre 2016 | 20.08
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Foto Adnkronos
Foto Adnkronos

Il 'Picconatore' come non era mai stato raccontato. E' quello che emerge da "La svolta di Francesco Cossiga - Diario del Settennato (1985-1992)" , l'opera scritta da Ludovico Ortona (edita da Aragno), che di Cossiga fu capo dell'ufficio stampa al Quirinale.

624 pagine, prefazione di Giuliano Amato e postfazione di Pasquale Chessa, un imponente indice dei nomi e utilissime schede di 'Persone e fatti del settennato', oltre a un suggestivo inserto fotografico, il volume ripercorre giorno per giorno il dipanarsi di un'esperienza istituzionale unica per intensità, ma speciale anche per il momento storico di transizione internazionale (la fine del bipolarismo est-ovest) e interna, con la fase finale della prima Repubblica.

Ci sono tutti i protagonisti di quello scorcio di Novecento italiano, della politica, dell'economia, del giornalismo. Lo scopo dell'opera, dice Ortona, è di "far conoscere l'uomo Cossiga e il Presidente della Repubblica, troppo a lungo identificato come il 'Picconatore'". In questo percorso "fondamentale è stato il suo amico Pippo Marra", citato nel libro venti volte, con il quale ebbe "un rapporto di grande aiuto e specialmente di grande lealtà".

A illustrare l'opera, davanti a una sala gremita (FOTO), con Stefano Folli e Franco Venturini, il giudice costituzionale ed ex premier Giuliano Amato, il presidente dei senatori Pd Luigi Zanda, lo storico Pasquale Chessa. In sala, con l'autore, fra gli altri, spiccava la presenza del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che, come è stato ricordato, fu, nel Pds, colui che si schierò contro la richiesta di impeachment per la vicenda Gladio, e anche l'ex presidente del Senato Carlo Scognamiglio e Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera, ora presidente della commissione Esteri del Senato. "E' giusto ricordare Francesco Cossiga perché è in corso una grande operazione di oblio sulla Prima Repubblica e sui suoi grandi protagonisti" ha detto all'Adnkronos il presidente della commissione Esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini. "Cossiga -aggiunge- è stato sicuramente uno di loro, preveggente nel capire la necessità di riforme che l'Italia aveva, anticonformista al limite del brutale nel porre al centro della vita politica la necessità di un nuovo equilibrio istituzionale, coerente nei rapporti internazionali: pensiamo al suo atlantismo senza esitazione". "Credo che la qualità di Cossiga -prosegue l'ex presidente della Camera- manchi alla politica italiana, come la qualità di coloro che con lui sono stati grandi artefici di questa stagione che portò anche a scelte fondamentali per l'Italia, come l'installazione degli Euromissili, che è stato il grande merito storico di Cossiga", conclude Casini.

Ospite d'eccezione, che dedicò non poche vignette a Cossiga, Giorgio Forattini. Numerosi gli esponenti politici, delle scorse legislature e dell'attuale, giunti per l'evento: Miguel Gotor (Pd), Roberto Calderoli (Lega), Guido Viceconte (Ap). E, per la stagione cossighiana e quella immediatamente successiva: Francesco D'Onofrio, Ugo Intini, Margherita Boniver, Paolo Cirino Pomicino, Giovanni Maria Flick, Agazio Loiero, Giuseppe Zamberletti. Numerosi gli esponenti del mondo del giornalismo e dell'editoria, fra i quali Pippo Marra, editore e direttore dell'Adnkronos.

Lo storico Pasquale Chessa, che ha curato la postfazione al volume, sottolinea che si tratta di un'opera che "indaga nel profondo, come non è mai stato fatto. Ora si può discutere della sua presidenza in sede storiografica. Ed è una storia che ha forti riverberi con l'attualità, basti pensare alle riforme...". Giuliano Amato ricorda lo spessore intellettuale del personaggio: "Non neghiamo a Cossiga ciò che è stato concesso a Pertini: vivaddio, chi ha carattere, ha un cattivo carattere..." senza contare la statura intellettuale del politico: "Aveva un bagaglio culturale immenso, un cervello da far apparire modesto un motore di ricerca di Google...". Zanda ricorda come Cossiga "non fu comunista, ma nemmeno anticomunista. Della Dc e del Pci lo affascinava la natura popolare. Ma, mi disse, scelse la Dc perché stava con l'Alleanza atlantica, mentre il Pci stava con l'Urss". Alle spalle degli oratori, intanto, scorrono le foto, a colori, e molte inevitabilmente in bianco e nero, con Cossiga immortalato con i Grandi del pianeta, con tutti i protagonisti della Prima e della Seconda Repubblica.

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