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Marino: "A Roma democrazia è stata lesa, cittadini violentati"

07 ottobre 2016 | 16.45
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Nella nostra Capitale un anno fa la nostra democrazia è stata lesa, la verità è stata negata e centinaia di migliaia di romani sono stati violentati nella loro scelta democratica". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, in conferenza stampa dopo l'assoluzione nel processo sui rimborsi e la vicenda della onlus.

Violentati "da un piccolo gruppo di classe dirigente che - ha sottolineato Marino - si è rifugiato nello studio di un notaio invece di presentarsi in un'Aula come avviene in tutte le democrazie del mondo o almeno nei Paesi che la democrazia ce l'hanno". "Siamo a un anno di distanza dal momento in cui mi dimisi sotto pressioni politiche e mediatiche - ha detto l'ex sindaco - davvero gravissime, infanganti e offensive".

"Forse ognuno deve guardarsi allo specchio e pensare se ce l'ha veramente la statura da statista nel nostro Paese e farsi l'esame di coscienza e riflettere", ha aggiunto. Alle domande sul futuro, ha risposto: "E' chiaro che ho il dovere morale di continuare a impegnarmi per il mio Paese e la mia città. Considero un grandissimo onore essere stato sindaco di Roma. E' chiaro che io sento il dovere di contribuire con quello che potrò, con la mia capacità di studio, con la mia capacità di analisi e la mia capacità di coinvolgere le tante persone, che voglio ringraziare".

"Oggi il giudice ha detto che non ho fatto nessun danno d'immagine", ha risposto a chi gli chiedeva della richiesta di 600mila euro di danni d'immagine per Roma da parte della sindaca Virginia Raggi. "Anzi mi aspetto che come ho fatto io, cercando nel mondo di esaltare l'immagine della città e portando donatori come coloro che hanno restaurato la scalinata di Piazza di Spagna o la Fontana del Quirinale e tante altre cose, che anch'ella si impegni con la stessa determinazione per il bene di Roma. Io non porto rancori, io faccio analisi, vengo dal mondo della scienza".

Il commissario del Pd romano, Matteo Orfini, dai social ha affermato che "non chiedemmo le dimissioni di Marino per la vicenda scontrini" ma "per la sua incapacità a risolvere i problemi di Roma". "Non me la sento di commentare parole che evidentemente appartengono più a libri di Collodi che alla realtà drammatica che questa città ha vissuto nell'ultimo anno", la replica di Marino. "Sulla capacità di governare dico solo tre cose: la mia giunta dopo 50 anni ha chiuso la discarica di Malagrotta, ha aperto 21 stazioni metro e chiuso quello scandalo dei residence - ha aggiunto Marino - che arricchiva i costruttori romani e impoveriva le condizioni e la dignità della vita delle famiglie".

Si aspetta le scuse? "Le scuse di qualcuno che ha fatto un'offesa, e non sto parlando del presidente del Consiglio o dell'illuminato commissario del partito democratico della capitale d'Italia ma in generale, richiedono una capacità di analisi, una dote di umiltà e una onestà intellettuale. Sono sicuro che sulla base di queste tre doti ognuno deciderà se scusarsi o no".

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