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Referendum: Bremmer, no impatto su esito da endorsement Obama

18 ottobre 2016 | 20.12
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Ian Bremmer - (Jeff Cottenden)
Ian Bremmer - (Jeff Cottenden)

L'endorsement di Barack Obama al sì al referendum in Italia del 4 dicembre "non avrà alcun impatto sull'esito" della consultazione, ma è evidente che una vittoria del 'no' avrebbe la conseguenza di una maggiore instabilità politica e bloccherebbe il processo di riforme. E' la convinzione espressa dal politologo americano Ian Bremmer, fondatore e presidente del think tank Eurasia Group, che ha parlato con l'Adnkronos dopo l'incontro alla Casa Bianca tra Obama ed il premier Matteo Renzi.

"Il referendum è motivo di preoccupazione e la vittoria del 'no' potrebbe certamente portare ad una maggiore instabilità politica in Italia e fermare il processo di riforme avviato dall'attuale governo", sostiene Bremmer. Ma d'altro canto, ammette, "i timori che questo porterà ad elezioni anticipate ed alla fine ad un percorso per l'uscita dell'Italia dall'euro sono esagerati". Certo è, osserva Bremmer, che "la crescita nel continente europeo è anemica e c'è una crescente tendenza politica verso la frammentazione e noi non vogliamo vedere che questo accada in una delle economie europee più importanti".

Quanto al sostegno di Obama nel referendum, secondo il politologo "è opportuno che il presidente americano faccia sapere agli alleati quando ci sono decisioni che possono danneggiare le loro relazioni, e viceversa". Ma, "onestamente - sottolinea- non penso che l'endorsement di Obama avrà un impatto sull'esito in un senso o nell'altro, penso comunque che dimostri la forza del rapporto stesso il fatto che gli Stati Uniti siano interessati e che lo facciano sapere all'Italia"

Infine, alla domanda se Renzi possa in qualche modo giocare un ruolo per allentare le tensioni tra Mosca e Washington, il politologo risponde: "Sfortunatamente no. Le tensioni sono aumentate oltre le buone intenzioni che potrebbe avere una terza parte per allentarle. E la Siria in questo momento non è neanche il focus: l'attenzione piuttosto è concentrata sulla decisione della Russia di hackerare il processo elettorale americano e su quella che sarà la reazione degli Stati Uniti. Sarà una bella sfida per il prossimo presidente".

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