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Manovra, Renzi: "Ue può scrivere lettere ma la sostanza non cambia"

21 ottobre 2016 | 08.37
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Matteo Renzi (Foto Afp) - AFP
Matteo Renzi (Foto Afp) - AFP

La sostanza della legge di bilancio "non cambia. Punto". Se ci sono degli aspetti che non convincono, spetta all'Ue dire quali sono, e ci sarà uno scambio di lettere come accade "praticamente tutti gli anni". E le spese per far fronte alle conseguenze del terremoto e all'immigrazione sono "oggettivamente eccezionali. Punto". Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in conferenza stampa al termine del Consiglio Europeo a Bruxelles, ribadisce la posizione dell'Italia sulla manovra di bilancio

"Non abbiamo discusso di legge di bilancio - afferma Renzi - se non nella frase in cui si riconosce nelle conclusioni (del Consiglio Europeo, ndr) che i Paesi che sono impegnati di più in prima linea rispetto agli altri sull'immigrazione sono quelli che hanno la necessità che vengano riconosciuti i loro sforzi".  "Questo - continua - per fare anche chiarezza rispetto al dibattito degli ultimi giorni sui quotidiani: noi non abbiamo chiesto la flessibilità, perché per un'interpretazione, secondo me sbagliata, di alcune istituzioni europee, la flessibilità viene concessa solo una volta e non per più anni aggiuntivi. Non abbiamo chiesto alcun tipo di flessibilità".

"Ecco perché - aggiunge il premier - chi dice 'vediamo se Bruxelles concederà o meno la flessibilità' dice una cosa che tecnicamente non è esatta. Noi abbiamo semplicemente richiesto, ai sensi delle clausole eccezionali", lo scorporo dal calcolo del deficit delle spese "da un lato per il terremoto e dall'altro sull'immigrazione. Ove vi fossero dei dubbi su queste scelte, toccherebbe all'Unione europea cosa non convince, cosa è discutibile, cosa che viene fatta praticamente tutti gli anni, in termini di scambi di lettere".  "Ma la sostanza - continua - è che le misure della legge di stabilità non cambiano. Punto. Non cambiano le misure per i farmaci oncologici, una priorità assoluta, per i vaccini, per superare il modello vampiresco di Equitalia, per investire sulla competitività e altro. Non cambia la sostanza della legge di bilancio. Non è che noi abbiamo scelto: quelle sono oggettivamente clausole eccezionali, punto. Trovatemi uno che neghi l'eccezionalità delle clausole". 

"Noi abbiamo un progetto molto chiaro: vogliamo cambiare le regole, ma finché non vengono cambiate le rispettiamo. Noi pensiamo che questa cultura dell'austerity sia un errore, che continua a fare del male all'Europa. Il modello di Obama ha funzionato, quello dell'austerity non ha funzionato. Ma siccome i miei predecessori hanno firmato carte che sono vincolanti e impegnative, la reputazione dell'Italia è importante, quindi continua la nostra attenzione ai conti", conclude Renzi. 

Della manovra italiana e dei presunti dubbi di Bruxelles "non ne abbiamo parlato" al Consiglio Ue, "ma potranno fare una lettera chiedendo maggiori spiegazioni, come fanno spesso e con diversi paesi, ma la sostanza non cambia". Lo dice il premier Matteo Renzi ai microfoni di Rtl 102.5, rivendicando i "2 mld in più sulla sanità", le misure "su Equitalia" e "sulle imprese".

"La legge di bilancio c'è e non si cambia - assicura il premier - se l'Europa avrà le sue considerazioni da fare le ascolteremo con attenzione, ma ricordiamo che questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi 10 anni. Noi gli sforzi li stiamo facendo, ma la priorità è rispondere ai cittadini non alle tecnocrazie di Bruxelles".

Commentando la controversa risoluzione dell'Unesco su Israle, Renzi sottolinea: "Trovo la decisione dell'Unesco incomprensibile e sbagliata. Non si può continuare con queste mozioni, una volta all'Onu una volta all'Unesco, finalizzate ad attaccare Israele. Credo sia davvero allucinante e ho chiesto di smetterla con queste posizioni, e se c'è da rompere su questo l'Unità europea, che si rompa pure. Ho espressamente chiesto ai diplomatici che si occupano di queste cose di uscire da queste cose".

"E' una vicenda che mi sembra allucinante - ribadisce a più riprese il presidente del Consiglio - ho chiesto al ministro Esteri di vederci subito al mio ritorno a Roma".

Quanto alla sentenza del Tar sul quesito referendario, Renzi afferma: "I grandi professori del No hanno fatto ricorso anche al Tar del Lazio e anche al Tar del Lazio hanno perso. Adesso andiamo avanti e parliamo del merito".

Sul referendum abbiamo "il blocco del no, la coalizione del no, con D'Alema, Berlusconi, Fini, Cirino Pomicino, Lamberto Dini, Beppe Grillo", continua, Renzi. Dopo aver snocciolato alcuni nomi, cade il collegamento telefonico. Una volta ripristinato, il presidente del Consiglio ironizza: "Non li ridico, se no cade la linea. Dico solo che c'è un blocco di persone che dice sempre no, no, no. Ma se poi li chiudi tutti insieme in una stanza non hanno un'idea alternativa a quella messa in piedi da noi".

Poi, rispondendo a chi gli chiede se non ci sia una connessione, in relazione agli scioperi di oggi, tra la posizione sulla manovra economica e quella sul referendum, il premier sottolinea: "Io rispetto l'autonomia sindacale", ma "se però ci sono alcuni sindacati che in nome del 'no' contestano la legge di stabilità alla fine penso sarà un boomerang per loro".

"Ovviamente noi abbiamo cercato in questa legge di stabilità di dare un segnale anche a chi è in difficoltà - rivendica il presidente del Consiglio - e non solo nel mondo del lavoro privato. Abbiamo anche messo una misura sul personale pubblico che da anni ha gli stipendi bloccati. Molte cose le abbiamo fatte. Non credo che i sindacati quest'anno contestino la stabilità".

Al termine del Consiglio Europeo a Bruxelles, Renzi ha detto che l'eventuale invio di una lettera da parte della Commissione Europea all'Italia per chiedere chiarimenti sulla manovra sarebbe assolutamente normale e che si attende sì una procedura di infrazione, ma nei confronti di quei Paesi che non rispettano gli obblighi Ue sul ricollocamento dei rifugiati.

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