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Referendum, Napolitano: "Sfida è diventata aberrante"

21 novembre 2016 | 19.35
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(Fotogramma)
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Quella sul referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale "è diventata una sfida largamente aberrante: non ritengo che uno degli obiettivi della riforma debba essere tagliare il numero dei parlamentari ma avere un sistema più snello e un Senato rappresentativo delle realtà territoriali". Lo ha detto il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, ospite di 'Porta a Porta', che ha aggiunto: "Su questi argomenti mi sono speso moltissimo e vi trasmetto questo messaggio in serena coscienza: voterò sì per l'approvazione di questa riforma".

Rispetto a quando l'Italicum fu approvato, ha continuato Napolitano, "è molto cambiato il contesto politico: ci sono tre raggruppamenti in gara" e in tre si spartirebbero il cento per cento dei voti e al ballottaggio chi prendesse anche solo il 29 per cento, rispetto al concorrente, "avrebbe una tale prevalenza che non va bene per nessun partito". "Da parte del Partito democratico - ha aggiunto - è stato annunciato un cambiamento e io sono favorevole a questo cambiamento".

"Non si vota pro o contro questo governo. Si vota - ha poi sottolineato Napolitano - quello che è scritto nella legge. L'occasione per giudicare Renzi ci sarà con le prossime elezioni che al momento si terranno nel 2018".

L'ex Capo dello Stato ha poi detto che la produttività costante del Paese, a fronte della crescita dei partner europei, "è in parte dovuta all'instabilità dei governi e anche alla forte contrapposizione, litigiosità, spirito di fazione" che ha caratterizzato una lotta politica in cui "siamo stati molto divisi" con l'effetto che "non c'è stata continuità nell'azione di governo".

"Perciò - ha sottolineato - è importante questa riforma: non è che si facciano miracoli, ma si fanno passi in avanti. D'altronde, cosa facciamo? Dopo tutto quello che abbiamo lavorato per tre anni, lo buttiamo al vento?", ha concluso Napolitano.

"Rischi di una crisi finanziaria - ha sottolineato - ci sono sempre e in questa fase possono anche accrescersi. Non vorremmo vedersi rialzare lo spread. Dobbiamo stare attenti, comunque vada il referendum".

L'ex Capo dello Stato ha ribadito che bisogna stare "attenti" perché "abbiamo grandi potenzialità e non c'è una condanna al declino e all'emarginazione dell'Italia e dell'Europa, però le prove saranno difficili e molto dure e noi su alcuni interessi obiettivi fondamentali comuni dobbiamo riuscire a trovare delle adeguate convergenze anche mantenendo la rispettiva collocazione al governo e all'opposizione".

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