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M5S, firme irregolari a Bologna: 4 indagati

23 novembre 2016 | 11.46
LETTURA: 4 minuti

Beppe Grillo e alle spalle Luigi Di Maio (Foto di repertorio, Fotogramma)
Beppe Grillo e alle spalle Luigi Di Maio (Foto di repertorio, Fotogramma)

Ci sono quattro indagati nell'inchiesta sulle presunte irregolarità per la raccolta firme del Movimento 5 Stelle per le Regionali del 2014 in Emilia Romagna. Il reato ipotizzato è la violazione della legge elettorale. L'indagine della Procura di Bologna è partita un mese fa dopo aver ricevuto dai carabinieri di Vergato un fascicolo contenente un'indagine durata due anni, iniziata a seguito di un esposto presentato da due ex attivisti del M5S di Monzuno, Stefano Adani e Paolo Pasquino.

Tra i quattro indagati c'è anche Marco Piazza, vicepresidente del Consiglio comunale. Insieme al consigliere comunale, sarebbero indagati anche un attivista e due addetti alla raccolta delle firme.

"Il reato ipotizzato - spiega all'AdnKronos il procuratore capo Giuseppe Amato - si riferisce all'articolo 90 del Dpr 570/1960'', ovvero il testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali. A occuparsi dell'inchiesta è la pm Michela Guidi.

L'attenzione degli inquirenti si è concentrata in particolare su quattro episodi irregolari denunciati nel 2014. Il primo è quello della raccolta firme effettuata durante 'Italia a 5 Stelle' al Circo Massimo a Roma che si svolse il 10, 11 e 12 ottobre 2014. In quell'occasione - secondo chi ha presentato l'esposto - in alcuni banchetti allestiti dagli attivisti grillini dell'Emilia Romagna vennero raccolte le firme per le candidature delle regionali, firme che sarebbero dunque irregolari dal momento che sono state raccolte al di fuori del territorio di riferimento. Proprio su questa questione, il 10 e il 12 ottobre scorso, due ex deputati Cinque Stelle, Mara Mucci e Aris Prodani, hanno presentato un'interrogazione ai ministri della Giustizia e dell'Interno per avere risposte sulla vicenda. Un'interrogazione nella quale si fa esplicitamente riferimento alla raccolta firme avvenuta al Circo Massimo nell'ottobre del 2014 e si parla di "violazioni documentate anche con foto".

Gli altri tre episodi riguarderebbero l'assenza del pubblico ufficiale che ha il compito di certificare la veridicità e l'autenticità delle sottoscrizioni: due sarebbero accaduti a Bologna (nel circolo Mazzini e durante il 'Firma Day'), mentre l'ultimo si sarebbe verificato durante una raccolta firme a Vergato. Durante la raccolte firme a Bologna, i due certificatori erano Massimo Bugani e il suo collega in Comune, Marco Piazza. Bugani ha sempre assicurato di essere stato presente in ogni momento per certificare le firme e che non ci sono state irregolarità di nessun tipo.

Tra le contestazioni, nel fascicolo del pm Michela Guidi che ha coordinato le indagini dei Carabinieri di Vergato c'è appunto quella di aver autenticato firme non apposte in presenza dei certificatori oppure in luogo diverso rispetto al requisito di territorialità o in mancanza della qualità del pubblico ufficiale.

Il M5S viene "prima di tutto: qualora la Procura confermasse le notizie di stampa e mi arrivasse un avviso di garanzia mi autosospenderò immediatamente in attesa di chiarire la vicenda - annuncia Marco Piazza sul blog di Grillo - Questa brutta esperienza che sto vivendo deve essere l’occasione per ribadire la nostra trasparenza e serietà in ogni momento".

"Al momento - spiega - nessuno mi ha notificato nulla, nemmeno gli avvocati del Movimento sanno qualcosa". "Non ho mai falsificato firme, né ho mai eseguito ricopiature di nessun genere - prosegue Piazza - Non avevamo nessun motivo di ricorrere a qualunque tipo di sotterfugi avendo raccolto molte più firme di quelle necessarie. Abbiamo consegnato centinaia di firme in più del minimo richiesto e altre centinaia non le abbiamo nemmeno consegnate".

"Se la Procura confermerà la notizia di stampa della mia iscrizione e deciderà di chiamarmi sono ovviamente a totale disposizione per chiarire la vicenda".

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