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Caso firme false M5S, ex militante: "Vertici Bologna sapevano"

23 novembre 2016 | 13.53
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(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Come militanti M5S vigilavamo sui banchetti del Pd e del Pdl per appurare che raccogliessero le firme in maniera corretta, senza commettere brogli. Quindi sapevamo perfettamente come andavano raccolte le firme per correre alle elezioni. Abbiamo presentato un esposto in Procura perché abbiamo visto traditi i valori del Movimento e non potevamo certo restare a guardare". Stefano Adani, uno dei due ex militanti 5 Stelle che hanno presentato l'esposto a Bologna dove è esploso un nuovo caso firme false in seno al M5S , racconta all'Adnkronos la propria versione dei fatti.

"Prima di recarci in Procura, io e l'altro militante deluso, abbiamo provveduto ad avvisare, a più riprese, i vertici bolognesi del Movimento". Adani non fa nomi, ma assicura di aver trovato "un muro di gomma". A chi gli chiede se questi avessero avvisato Grillo o la Casaleggio associati della vicenda, "non ne ho la benché minima idea", risponde.

Adani spiega le accuse mosse nell'esposto che ha dato vita alle indagini che ora vedono 4 indagati iscritti a registro, compreso il vicepresidente del consiglio comunale bolognese Marco Piazza.

"Cinque episodi diversi - spiega - quello più clamoroso, la raccolta firme al Circo Massimo, in occasione della prima kermesse grillina a Roma. Dunque firme raccolte fuori dal territorio. Poi c'erano tre episodi di firme raccolte senza nessun certificatore presente, e infine il caso di un certificatore di altro Comune. Anche quest'ultimo un fatto gravissimo".

"Le regole a cui dovevamo attenerci nel raccogliere le firme erano note e chiare a tutti - prosegue Adani - oltretutto, nel momento in cui vengono autenticate la persona chiamata a farlo diventa pubblico ufficiale, dunque deve conoscere perfettamente la legge vigente: chi ha sbagliato, l'ha fatto consapevolmente e non perché non conoscesse le regole. Altrimenti - fa notare l'ex militante - non saremmo stati in grado nemmeno di vigilare sui banchetti di Pd e Pdl".

"Quel che è accaduto per noi - aggiunge - raffigura uno dei tanti errori commessi dal M5S nella sua metamorfosi, un vero e proprio tradimento dei suoi valori. Non potevamo tacere, per questo siamo andati in Procura...".

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