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Referendum, Renzi: "Ce la giochiamo sul filo di voto"

02 dicembre 2016 | 19.11
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"Sono un po' stanchino, ma gasatissimo, perché questa rimonta spettacolare possiamo portarla a casa. Siamo alle 48 ore decisive che possono cambiare il futuro dei nostri figli". E' quanto ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aprendo il comizio finale della campagna referendaria in una affollatissima piazza della Signoria a Firenze. "Questo non è il voto dei brogli, è il voto degli italiani, non dovete avere paura del voto dell'Italia". Ad ascoltarlo, tra gli altri, la moglie Agnese Landini, il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia e il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che si è intrattenuta a colloquio con il sindaco Dario Nardella. "Il sì non serve a rafforzare il governo, serve a rafforzare l'Italia" ha detto Renzi.

"Piazza della Signoria è magnifica, fa impressione vista qui dal palco" ha detto. "Questa immagine riempie il cuore di brividi, di emozioni, non solo di freddo". Il presidente del Consiglio ha ricordato anche che il giorno in cui si svolge stasera il comizio richiama due ricorrenze: il 2 dicembre di dieci ani fa moriva un noto militante della sinistra, Emanuele Auzzi, all'epoca segretario provinciale Ds, e 2 dicembre 2012 lo stesso Renzi fu sconfitto da Pierluigi Bersani alle primarie del Pd. La sera del referendum, "invece di fare i collegamenti dalle sedi dei partiti, fossi nei direttori dei Tg farei un collegamento con la sede del Cnel, dove saranno lì a stappare le bottiglie di spumante sperando che sia il no a vincere". Quattro anni dopo la sconfitta della primarie, quando "eravamo tutti a dire è finita, guardate cosa è accaduto. L'Italia è un Paese più giusto, quello che sembrava impossibile, lontanissimo, la riforma costituzionale è una possibilità".

"Che cosa succede se vince il no?, mi chiedono" , ha detto il premier Matteo Renzi, durante il comizio in piazza della Signoria a Firenze. E subito dalla piazza si è sentito un urlo: "Vince il sì vince il sì". Il premier allora ha continuato a parlare presentando gli scenari che da lunedì prossimo si apriranno in caso di vittoria del sì al referendum.

"Penso che ce la giochiamo sul filo di voto. Questa è la mia impressione..." aveva detto poco prima Renzi, ospite dello speciale referendum di La7. "E' stata una bellissima campagna elettorale, ho sentito tante persone parlare di Costituzione. Certo, ci sono stati anche dei toni accesi, ma è stato un bel confronto".

"In queste ore si parla di brogli elettorali, di accuse... ma dai... abbiamo fatto una bellissima campagna elettorale" ha aggiunto, respingendo al mittente le accuse di brogli elettorali, arrivate dai leader di centrodestra in particolare modo Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Parlando poi del caso delle firme false del M5S a Palermo, Renzi ha detto: "Grillo ha inventato lo streaming... Mi dispiace vedere quelli che andavano in streaming ora avvalersi della facoltà di non rispondere...''.

"Sia se vinca il No sia se vinca il Sì non ci sarà alcun rischio autoritario" ha detto Renzi. "Certo, se vincerà il Sì sarà molto meglio per l'Italia. Io penso che questa sia una grande occasione per la prima volta dopo settant'anni, ad esempio questo ping pong tra Camera e Senato" non ci sarà più. "E' stata una bellissima campagna elettorale ho sentito tanta gente parlare di Costituzione - conclude -. Nonostante in queste ore i tentativi di avvelenare i pozzi...".

"Non faccio previsioni e scenari in caso di vittoria del No" dice il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenendo allo 'Speciale referendum' del Tg1, in risposta a una domanda sulle prospettive per l'Italia nella politica europea dopo il risultato della consultazione di domenica prossima. "Se vince il sì -aggiunge il premier- l'Italia è molto più forte per una serie di coincidenze: la Germania va in campagna elettorale, la Francia va in campagna elettorale. La vera sfida è fare un cambiamento su due punti: l'immigrazione", dove "dobbiamo cambiare totalmente linea, utilizzando il potere di veto e facendolo come Italia". E poi "meno austerity . Per farlo ci vuole un governo forte, non tecnocratico".

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