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Bremmer: "Su referendum Renzi ha scommesso male"

06 dicembre 2016 | 17.15
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Ian Bremmer (credit Richard Jopson)
Ian Bremmer (credit Richard Jopson)

Matteo Renzi è un leader "forte e ambizioso, e con molte buone idee", ma con il referendum e la sua eccessiva personalizzazione "ha scommesso male" e il risultato è che l'aver perso in quel modo "gli costerà quasi tutto quello che aveva ottenuto". Ian Bremmer, politologo ed esperto americano di politica estera, presidente e fondatore del think tank Eurasia Group con sede a New York, analizza con l'Adnkronos le conseguenze della vittoria del 'no' nel referendum di domenica, traccia lo scenario di quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane ed analizza gli errori commessi dal premier.

"Gli elettori in tutti i Paesi si concentrano più sulla politica che non sulla personalità - è intanto la sua lettura del risultato - Renzi ha dimostrato come fosse vero in questa circostanza, facendo del voto un referendum sulla sua leadership, ma ha sbagliato momento e non ha capito gli elettori, rendendo il referendum ambizioso e personalizzandolo".

Quanto a quello che succederà nel prossimo futuro, Bremmer non prevede elezioni anticipate, "è più probabile un governo ad interim, considerato l'umore imprevedibile dell'elettorato". Secondo il politologo, il nuovo governo dovrà cercare di trovare la formula politica giusta per approvare una nuova legge elettorale". Nè "mi aspetto - sostiene - una riforma ampia e ambiziosa che includa l'intervento dello stato a sostegno del debole sistema bancario, anche se probabilmente arriveranno aiuti per singole istituzioni a rischio".

Tra l'altro, Bremmer legge la 'vittoria' del no, "ironicamente, come una fortuna a metà per il Movimento 5 stelle, perché un sistema elettorale più proporzionale indebolirebbe direttamente le sue possibilità di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento, limitando la sua capacità di mettere in discussione l'appartenenza dell'Italia all'eurozona".

Tornando agli errori di Renzi, secondo il politologo il premier ha ovviamente sbagliato "a fare del referendum un voto sulla sua leadership". "ll premier era un obiettivo importante, un uomo intelligente, carismatico, con un'agenda ambiziosa", senza contare che "aveva dei progetti che gli avevano alienato molta gente e ha offerto ai partiti dell'opposizione la possibilità di convincere gli elettori a farlo fuori".

"Nel momento in cui Renzi ha capito di aver fatto un errore, e ha cercato di far concentrare gli elettori sulle parti più popolari di una riforma complicata, ormai era troppo tardi", afferma Bremmer, sottolineando come "la rabbia antiestablishment in Italia sia forte".

"Un'economia stagnante, livelli di vita più bassi e la percezione di una corruzione continua - ragiona il presidente di Eurasia - hanno solo peggiorato le cose. Poi c'era anche una profonda riluttanza tra molta gente nella classe politica a modificare la Costituzione del dopoguerra e infine Renzi non è stato in grado di contrastare la narrativa dell'opposizione secondo cui la riforma avrebbe concentrato troppi poteri nel governo e nel partito al potere".

In sostanza, chiosa Bremmer, Renzi "è un leader forte e ambizioso, con molte buone idee, ma ha scommesso male e perdere quella scommessa gli costerà quasi tutto quello che aveva ottenuto". Comunque, "continuerà ad influenzare la politica italiana nel suo partito e nel Paese anche senza essere più premier, ma questa sconfitta rappresenta un duro colpo alla sua capacità di incarnare il cambiamento".

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