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'Totopremier', Padoan e Grasso al top

06 dicembre 2016 | 17.58
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(Fotogramma)
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Continua a impazzare il 'totopremier', ancora di più dopo le dimissioni (seppure 'congelate') comunicate ieri dal premier Matteo Renzi al Capo dello Stato Sergio Mattarella e in vista del voto della manovra al Senato, fissato per domani, che dovrebbe mettere lo stop definitivo alla corsa del 'Renzi I'.

In un contesto di possibile governo 'istituzionale', riprende quota l'ipotesi di affidare il post-Renzi a Pietro Grasso. Il presidente del Senato dovrebbe vincere le resistenze di una parte del Pd (i renziani più ortodossi non lo amano particolarmente), oltre che superare le scontate difficoltà legate alla ricerca del suo 'erede' a palazzo Madama. Il suo profilo, però, resta sempre ideale.

Altra ipotesi istituzionale, quella della presidente della Camera Laura Boldrini, meno piazzata però nel totonomi del collega del Senato. Un governo di questo tipo, infatti, per sua natura dovrebbe avere come primo requisito il gradimento di tutto l'arco costituzionale. La presidente della Camera, suo malgrado, si è trovata invece più volte in questi anni bersaglio di polemiche con alcune forze politiche. Meno 'appeal' sembrano avere i nomi di ex alte cariche dello Stato, come Luciano Violante o Pier Ferdinando Casini, o di uomini provenienti da Bankitalia, a partire dal governatore Ignazio Visco.

In ascesa viene dato il nome di Paolo Gentiloni, indicato con insistenza come garante di un governo di breve durata, grazie anche al suo ottimo rapporto con lo stesso Renzi, che restando al Nazareno dovrebbe muoversi in armonia con il nuovo presidente del Consiglio. Il ministro degli Esteri, oltre al fatto di essere ovviamente fine diplomatico, vanta buoni rapporti con tutto l'arco costituzionale, all'interno del Pd, con il Quirinale e non faticherebbe certo a prendere in mano in corsa i vari dossier internazionali.

Resta intanto sempre al 'top' l'ipotesi Pier Carlo Padoan: ottime credenziali internazionali e buon 'feeling' con Renzi, il ministro dell'Economia potrebbe tra l'altro seguire da vicino tutto il lavoro di 'rifinitura' della manovra che, specie dopo il via libera lampo al Senato, necessiterà di una serie di interventi di restyling in fase di decretazione.

Tra le soluzioni interne al Pd rimane, ovviamente, il nome di Dario Franceschini, che sarebbe un premier in piena armonia con il Quirinale. Dalla sua, il ministro della Cultura vanta il fatto di avere legami praticamente con tutti i gruppi parlamentari, ovviamente con un occhio di riguardo al mondo centrista.

Per le sue doti di mediatore anche Graziano Delrio viene indicato come possibile erede di Renzi a palazzo Chigi. Il ministro delle Infrastrutture, tra l'altro, tra i renziani è forse quello che gode delle migliori relazioni con tutte le altre anime del Pd.

Infine, come 'new entry' nel totopremier circolava oggi anche il nome di Federica Mogherini. Lady Pesc è attivissima in queste ore nel rassicurare le Cancellerie di tutto il mondo sulla situazione italiana post referendum, affidata alla sapiente regia del Quirinale. L'Alto rappresentante per gli affari esteri porterebbe in Italia le doti di mediazione che l'hanno fatta apprezzare in questi anni di lavoro alla Commissione europea.

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