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Renzi respinge l'ipotesi bis, al lavoro già sul 'dopo'

10 dicembre 2016 | 20.58
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Decide il Quirinale, io faccio quello che serve al presidente". Dopo una giornata, quella di ieri, di grande attivismo soprattutto per gli equilibri interni al Pd, Matteo Renzi è apparso oggi in una posizione di 'stand by'. Con un orecchio al Quirinale, dove è proseguita la sfilata delle delegazioni nell'ultimo giorno di consultazioni, il premier ha assistito all'annunciato 'naufragio' del governo di responsabilità.

Con declinazioni diverse, in buona sostanza nessuno tra i partiti si è detto disposto a caricarsi quella quota parte di crisi in cui è precipitato il Paese dopo il no al referendum. Così, al momento in cui è toccato a loro, i 'delegati' del Pd non hanno potuto che constatare che il mandato ricevuto dalla Direzione Pd era arrivato al Colle già scaduto.

Del pacchetto iniziale, il Pd ha quindi tenuto un solo paletto davanti al Mattarella: "L'obiettivo di andare al voto nei tempi più rapidi possibile", come ha spiegato Luigi Zanda. Renzi aveva già fatto il punto con i 'delegati' nel primo pomeriggio, dopo un ulteriore giro nel perimetro Pd con Dario Franceschini e Andrea Orlando, passando per Pier Carlo Padoan a qualche altro ministro uscente.

A tutti, ricevuti tra gli scatoloni delle sue stanze, il premier ha lasciato la medesima impressione: "E' lontano anni luce dall'ipotesi reincarico", per usare le parole di uno degli ospiti di palazzo Chigi. Anche se probabilmente il bis agli occhi del Quirinale appare ancora l'epilogo più naturale per un governo mai sfiduciato dalle Camera. La posizione di Renzi è stata così declinata davanti al capo dello Stato evitando di fare nomi per la guida del governo.

"C'è tutto il sostegno del Pd alla soluzione alla crisi che Mattarella riterrà più opportuna", come ha detto sempre Zanda. Il punto è che da 48 ore, ormai, il premier è al lavoro sul 'dopo Renzi' e alla migliore soluzione possibile della crisi di governo. Che significa Paolo Gentiloni su tutti, seguito ancora da Pier Carlo Padoan. Ma non più Matteo Renzi ancora a palazzo Chigi. Il leader Pd, a tutti quelli che l'hanno incontrato, è apparso ormai 'sintonizzato' sulle frequenze di largo del Nazareno e sul post crisi.

Ha convocato la Direzione del partito per lunedì alle 12, quando la 'vacatio' a palazzo Chigi dovrebbe essere colmata, ma soprattutto ha indicato per il 18 dicembre il giorno adatto per l'Assemblea nazionale, che potrebbe tenersi a Milano. "Finalmente potrò tornare tra la gente, ci divertiremo", ha spiegato il leader ad alcuni suoi interlocutori. L'obiettivo resta quello di un Congresso, a primaria 'aperte', da tenere già a marzo in cui definire una volta per tutte e con chiarezza i rapporti di forza tra le correnti Pd. Pronto così per la vera sfida, quelle delle elezioni, che potrebbero così tenersi in primavera, tra aprile e maggio. Con il circoletto rosso segnato sul 26 e 27 maggio, quando a Taormina si terrà il G7, un evento che a Renzi sta particolarmente a cuore.

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