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Grillo: "Con Renzi 1000 giorni d'inferno, #PdMaiPiù"

12 dicembre 2016 | 12.07
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Beppe Grillo (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Beppe Grillo (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Mille giorni d'inferno: i veri numeri del governo Renzi #PdMaiPiù". Così in un tweet Beppe Grillo, che rilancia un post sul suo blog a firma M5S. "Matteo Renzi - attaccano i grillini - ha iniziato subito dopo le dimissioni una lunga campagna mediatica con la quale cercherà di risalire nei consensi in vista delle prossime elezioni. Il tentativo consiste nel dipingere i suoi 1000 giorni di governo come un successo economico e politico che nella realtà non c’è mai stato".

"Se andiamo oltre le slide e le balle di propaganda - proseguono i 5 Stelle - questi sono i pessimi risultati che può vantare il Governo Renzi: 66 miliardi di euro in più di debito pubblico, dai 2.146 dell’aprile 2014 ai 2.212 del settembre 2016. Vuol dire che ogni giorno di Renzi al governo ci è costato 66 milioni di euro debito pubblico; 55 miliardi di euro in più di tasse, dai 438 miliardi di entrate tributarie del bilancio 2014 ai 493 programmati per il 2017; i poveri ai massimi storici, con il 28,7% degli italiani a rischio di povertà o esclusione sociale (17 milioni e 469 mila persone) e 8,3 milioni di poveri effettivi (il 13,7% della popolazione, in continua crescita)".

I 5 Stelle incalzano ancora sul blog del loro leader: "I fallimenti a tappeto delle imprese, 15 mila nel 2014, 14 mila e 700 nel 2015 e 3,6 mila nel solo primo quarto del 2016. I numeri salgono vertiginosamente se ai fallimenti si aggiungono le liquidazioni volontarie ed altre procedure concorsuali, con 104 mila imprese all’aria nel 2014 e 96 mila nel 2015. Un tessuto produttivo distrutto".

"I disoccupati, i precari e gli inattivi a livelli stratosferici - rimprovera ancora il M5S a Renzi - se infatti il tasso di disoccupazione ufficiale sembra sceso, rimanendo comunque altissimo all’11,6%, va detto che sono esplosi i voucher venduti dalle imprese (dai 69 milioni del 2014 ai 114,9 milioni del 2015) e che gli inattivi sono ancora più di 3 milioni, per un tasso di disoccupazione reale sopra al 20% e vicino ai livelli della Spagna e della Grecia"

"La sanità al collasso - vanno avanti i 5 Stelle - con 4,3 miliardi di euro di tagli nel solo biennio 2015-2016 e altri 13 miliardi di tagli programmati per gli anni successivi. A questo disastro economico vanno aggiunte le riforme di Renzi, regressive e fallimentari: il jobs act ha trasformato il contratto a tempo indeterminato in contratto a tutele crescenti, che per i primi 3 anni di impiego è un contratto precario in piena regola; inoltre appena sono diminuiti i costosissimi incentivi alle assunzioni col nuovo contratto i licenziamenti sono aumentati (+7,4% nel secondo semestre 2016 rispetto ad un anno prima) e il ritmo delle assunzioni a tutele crescenti è crollato (-32.9% nei primi 8 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015)".

"La 'buona scuola' ha iniziato la privatizzazione dell’istruzione - accusano i grillini - col Preside-Manager che per attrarre i fondi necessari all’attività didattica deve aprirsi agli investimenti interessati delle grandi imprese e può decidere il destino dei professori; l’abolizione dell’art.18 che unita al Jobs Act spoglia i lavoratori di ogni diritto; lo 'Sblocca-Italia' che permette al governo di trivellare, inquinare e distruggere il territorio con sempre più facilità".

E ancora: "I decreti salva banche, che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori per salvare istituti decotti, compreso quello del papà della ministra Boschi; la finta lotta all’evasione e alla corruzione, che ha lasciato il posto a nuovi condoni e sanatorie (come la voluntary disclosure) e all’aumento delle soglie di non punibilità per i reati fiscali". Gli italiani quando saranno chiamati alle urne e speriamo sia il più presto possibile, si ricordino di questi numeri. Renzi mai più, #PdMaiPiù!", concludono i 5 Stelle il lungo post.

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