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Oristano, candidata sindaco M5S su Fb: "Qui c'è la mafia". E scoppia la bufera

03 febbraio 2017 | 16.26
LETTURA: 3 minuti

Patrizia Cadau (Foto dal suo profilo Facebook)
Patrizia Cadau (Foto dal suo profilo Facebook)

Non usa metafore per denunciare "un'arroganza che ha raggiunto sintomatologie mafiose, di cinque non meglio identificate famiglie che controllano voti, commercio e potere affamando intere famiglie e di politici corrotti al soldo di qualcuno". Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook Patrizia Cadau, scrittrice e candidata da tre meetup alla carica di sindaco di Oristano. Un post al vetriolo che ha scatenato polemiche e accuse nella capitale del Giudicato d’Arborea, ‘costringendo’ la stessa autrice a rimuovere "per autodifesa" il post dalla sua bacheca. E a dare spiegazioni agli oristanesi.

"Oggi ho scritto una cosa che nella strada delle mie buone intenzioni voleva essere un semplice j'accuse ad un sistema, con tutte le licenze narrative del caso. L'ho scritto – spiega sulla sua bacheca la Cadau -, o meglio l'avevo scritto a luglio, e avevo fatto delle considerazioni generiche sul sistema, sulla responsabilità collettiva, sull'oligarchia familistica che spartisce potere, commercio, privando intere generazioni di presente e di futuro. Parlavo di Oristano come dell'Italia intera".

Nelle intenzioni "proseguivo serenamente dicendo e incoraggiando tutti sul fatto che la bellezza fossimo noi, tutti, nella capacità di reagire ai drammi che ci affliggono, non tanto aspettando l'evento miracoloso o l'elezione magica di un supereroe, ma proprio nella consapevolezza di vedere la bellezza che ci circonda di proteggerla, di tirare fuori ognuno la propria umanità per diventare cittadini e non più sudditi. L'ho detto con maniere forti. L'ho detto richiamando la mafia e non perché ci sia, qui, ma perché l'illegalità, la corruzione, il voto di scambio, il maneggio torbido di poltrone, il richiedere dei diritti che ci sono dovuti e non andrebbero richiesti sono il terreno fertile su cui si sviluppano dinamiche terrificanti. Che forse non sono la mafia, ma sono il degrado, lo spopolamento, l'incuria, la trascuratezza, la disoccupazione, l'abbandono del territorio".

"Questo –prosegue - nelle mie intenzioni doveva essere il messaggio. Siccome però è vero che sono responsabile di quanto affermo ma è anche vero che non sempre sono responsabile di quanto altri capiscono, (anche perché magari ho scritto male io, o con superficialità e leggerezza) ho blindato la visibilità dei post in questione. Per una sorta di autodifesa".

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