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Pd, bersaniani e Rossi fuori. Emiliano ancora no

20 febbraio 2017 | 20.24
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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La rottura dovrebbe materializzarsi domani, dopo la Direzione. Quella la dead line per capire se anche Michele Emiliano sarà della partita insieme alla minoranza ed Enrico Rossi. Per tutta la giornata il dialogo tra gli 'scissionisti' è proseguito. Ma non c'è un punto di caduta unitario. I bersaniani e il governatore della Toscana hanno ormai imboccato una strada senza ritorno. Mentre per il presidente della Regione Puglia i giochi non sono del tutto chiusi.

Sebbene dalla cerchia renziana non arrivi alcun segnale sulle richieste di Emiliano tra conferenza programmatica e tempi più rallentati del congresso. Dice un big della maggioranza Pd: "Quello che Renzi aveva da dire, lo ha detto ieri all'assemblea. Se Emiliano vuole partecipare al congresso, bene. Altrimenti farà le sue scelte... Non è che noi possiamo fermarci per Emiliano". Il percorso non prevede scarti. Tanto che Renzi domani nemmeno dovrebbe partecipare alla Direzione. Quello che il segretario dimissionario aveva da dire, appunto, è stato detto.

Gli appelli all'unità continuano a moltiplicarsi e da ultimo, oggi, anche Enrico Letta è intervenuto via Facebook: "Non può e non deve finire così". Ma la decisione, almeno per quanto riguarda i bersaniani, è ormai presa. Gianni Cuperlo non li seguirà ed anzi, insieme ad Andrea Orlando e Cesare Damiano, sarebbe al lavoro per dar vita a una nuova area nel Pd.

Orlando: "Pronto a candidarmi per evitare scissione"

"Sono in corso contatti" per verificare la possibilità di creare una nuova area alternativa a Renzi e che possa esprimere una eventuale candidatura alla segreteria del Pd, ha spiegato Damiano. E lo stesso presidente della commissione Lavoro alla Camera viene indicato dai renziani come possibile competitor dell'ex-premier al congresso.

"Orlando è ministro ed è molto difficile che si candidi", è la riflessione negli ambienti della maggioranza Pd e comunque "se deciderà di correre, lo farà solo se Emiliano sarà fuori dai giochi". Potrebbe essere un competitor ingombrante, si fa notare.

I renziani, intanto, fanno i conti su quanti potrebbero essere i fuoriusciti in Parlamento. "Tra i 20 e i 30 alla Camera, circa 12-13 al Senato", sono i numeri che fanno nella maggioranza dem. Qualcosa in più se anche Emiliano seguirà i bersaniani: Francesco Boccia e Dario Ginefra, sono due parlamentari vicini al presidente della Puglia. Mentre al Senato potrebbero aggiungersi la bindiana Nerina Dirindindin, Walter Tocci e forse l'ex Corradino Mineo. Numeri che potrebbero allargarsi però alla Camera con l'apporto dei parlamentari di Arturo Scotto. Ma non a palazzo Madama dove la compagine di Sinistra Italiana è schierata tutta con Nicola Fratoianni.

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