"Non mi rassegno all'idea di un governo il cui programma sia tirare a campare". A dirlo il premier Paolo Gentiloni, secondo quanto viene riferito, all'assemblea del gruppo Pd alla Camera. "Il quadro politico è più fragile e frammentato di quanto non fosse nel mese di novembre. Lo sforzo che farò sarà quello di cercare di tenerlo al riparo dalle tensioni politiche, che sono vitali, nell'interesse del Paese". "Abbiamo la sfida di correggere nei prossimi giorni le norme che saranno oggetto del referendum" del 28 maggio.
"Il governo non si può limitare a tenere a galla la barca in attesa dei titoli di coda. Portare a termine le riforme, disegnare il ruolo del Pd nella prossima stagione: io sarei onorato di contribuire. La mia missione personale sarebbe compiuta". Negli ultimi 3 anni "è stato fatto un lavoro titanico che deve essere completato".
"La denigrazione delle istituzioni è una delle malattie del nostro Paese e una delle cause della crisi italiana -aggiunge -. Noi la dobbiamo contrastare ribadendo la forza della politica".
Rivolgendosi poi ai Dem, gli avrebbe chiesto "di essere l'architrave di una maggioranza più fragile". "Ci tiriamo indietro o accettiamo la sfida?", conclude.
