Giovanni Sartori, per decenni l''oracolo' dei sistemi elettorali dalle colonne del 'Corriere della sera'', è stato anche un innovatore del linguaggio della politica italiana. Si devono a lui le definizioni "Mattarellum", per la legge elettorale per le Camere dopo l'addio al proporzionale, rimasto in vigore prima che si imponesse il modello varato dal centrodestra.
Quel modello che, grazie all'ammissione del leghista Roberto Calderoli che nel 2006 ospite di Enrico Mentana lo definì una "porcata" venne ribattezzato proprio dal politologo fiorentino "Porcellum". Per assonanza, sono arrivati altri termini, come il "Tatarellum" da anni in vigore per le regioni o l'"Italicum" poi semi sconfessato dalla Consulta.
Sartori, tuttavia, è stato protagonista del dibattito pubblico anche al di fuori del suo ambito di competenza, prendendo posizioni politicamente 'scorrette', ad esempio, sul tema dell'immigrazione e della difficoltà di integrare l'Islam nelle società occidentali moderne. Pungenti le sue polemiche con il governo Berlusconi, che arrivò a bollare come un "sultanato", secondo il titolo di un suo fortunato libro. E a proposito di libri, presso la Biblioteca del Senato c'è un "Fondo Sartori" di 5000 volumi e diverse migliaia di opuscoli e carte che lo studioso ha donato all'istituzione.