"Il 40 per cento ci ha dato alla testa. E' questa la verità". Lo dice Andrea Orlando a Napoli. E pure la sconfitta del referendum non ha segnato un cambio di passo. "Mi sono battuto per il Sì. Ero convinto servisse all’Italia. Ma il giorno dopo ho sperato che il No servisse a noi. Dopo il referendum ho detto fermiamoci, discutiamo" ma non è stato così.
E ancora: quando dici che tutto va bene, che ce l'abbiamo fatta, "in una famiglia dove un figlio non trova lavoro e un altro non può andare all'università perché non può permetterselo, non solo ti sentono distante ma finiscono anche leggermente per incazzarsi..." aggiunge Orlando, per il quale "noi siamo sempre più spesso identificati con l'establishment. Renzi aveva dato la speranza, soprattutto ai giovani, che si poteva far saltare il tappo. Il risultato del referendum ci dice che quella speranza si è rotta perché i tappi non sono saltati e, anzi, in molti casi, si sono ancora avvitati di più".
"Se i giovani voltano le spalle al governo più giovane della storia, ti vuoi chiedere 'perché?' E quale è stata la risposta? E' stata un complotto dell'establishment contro di noi. Si tratterebbe del primo auto-complotto della storia...", conclude Orlando che a Renzi dice: "Dove ti sei rintanato, Matteo? Esci fuori, confrontiamoci. Torniamo a parlare alle persone, torniamo nelle fabbriche".