"Gli immigrati già oggi, in Italia, producono il 12% del Pil, non ne possiamo fare a meno". Così Massimo D'Alema, intervenendo a 'Fondamenta - L'Italia nel mondo nuovo', l'assemblea del movimento democratico e progressista a Milano. "E se come dice qualche barbaro - aggiunge l'ex premier - li mandassimo via, 1 mln di italiani non saprebbe come assistere gli anziani, l'agricoltura crollerebbe e non riusciremmo a pagare le pensioni degli italiani, è dunque evidente che ne abbiamo bisogno".
"Dobbiamo guardare in faccia la realtà - chiede - perché se la Ue intende mantenere un rapporto sostenibile tra chi lavora e chi è in pensione ha bisogno nei prossimi 20 anni di 30 mln di migranti, secondo i calcoli della stessa Ue".
"Se ci sarà un vero governo di centro sinistra la prima cosa da fare è cambiare legge Bossi-Fini", aggiunge. "Nessun governo ha avuto coraggio di rimuovere questa legge, è disastrosa per l'Italia, e ha l'effetto di avere reso quasi impossibile l'emigrazione legale in Italia, perché pone condizioni irrealizzabili".
In virtù di quella legge "i giovani preparati e bravi che vogliono venire in Europa se ne vanno altrove, i disperati vengono clandestinamente in Italia", perché è la stessa legge che "crea clandestinità". Per D'Alema "bisogna tornare a legge Turco-Napolitano, che prevedeva quote e accordi, ma anche che ogni anno ci fosse la possibilità di venire legalmente in Italia, attirando verso l'Italia persone oneste e preparate".
L'ex premier ricorda che il "tasso a delinquere tra i clandestini è molto elevata, mentre tra quelli legali è molto più bassa di quella dei cittadini italiani autoctoni".